la Repubblica, 9 ottobre 2015
Totosindaco. È già battaglia tra l’imprenditore indipendente Alfio Marchini e l’ex ministra Giorgia Meloni. Intanto Salvini fa sapere che sulla poltrona di primo cittadino ci vedrebbe bene «Souad Sbai, che si occupa di diritti delle donne e che lotta contro la violenza islamica da anni», mentre Berlusconi spera di trovare un nome in Forza Italia
Una manciata d’ore per esultare al Campidoglio tra striscioni di Fratelli d’Italia e militanti di Casa Pound, poi a destra la corsa a sindaco di Roma è subito diventata un’altra grossa grana da risolvere. Come se non bastasse l’impasse su Milano e Torino. Pronti via ed è già derby tra l’imprenditore indipendente Alfio Marchini e l’ex ministra Giorgia Meloni. Ma fuori da questi nomi che fanno storcere il naso a Silvio Berlusconi e sui quali vuole vederci chiaro Matteo Salvini ( per la prima volta king maker nel centrodestra anche sulla Capitale), è il vuoto nella coalizione che pure pensa di avere la vittoria in tasca. Se si facessero le primarie, sarebbero gli unici nomi in pista, per ora. Se si facessero, appunto, perché anche quello sarà un nodo sul quale mettere d’accordo forzisti e leghisti, ex An e civici.
«Per me cambia poco, ero già in campagna elettorale da un pezzo, anzi non si è mai fermata», si schermisce coi suoi Alfio Marchini, l’outsider che due anni fa inventandosi dal nulla conquistò il 9,5 per cento in tre mesi. In questi 31 mesi ha lavorato, il rampollo della famiglia di costruttori, poche settimane fa si è autoproclamato “l’anti-Renzi” con un’intervista all’Espresso. Ma tanto è bastato per far drizzare le antenne a Salvini. Un mezzo passo falso, dato che la Lega che viaggia a sorpresa su due cifre anche a Roma, sarà determinante nella selezione del candidato. E il suo leader, appunto, non ha mancato di stupire quando, un po’ per spiazzare tutti, il 28 settembre da Radio Padania l’ha sparata grossa: «Il nome di una persona che non mi dispiacerebbe vedere sindaco di Roma è Souad Sbai, che si occupa di diritti delle donne e che lotta contro la violenza islamica da anni». In realtà ex parlamentare An “scoperta” da Fini, a capo dell’Associazione donne marocchine in Italia, lei non se l’è fatto ripetere due volte: «Certo che accetto, dicono che sono musulmana ma in realtà laica e vivo qui da 35 anni». È giusto il segnale di un Salvini che si prepara a dettare le condizioni anche a Roma. Ci sarebbe la Meloni, certo. Ma non per l’eurodeputato, che potrebbe trasformarsi nel vero “killer” della candidatura più accreditata a destra. I due sembravano viaggiare in tandem fino a un anno fa, poi quel tandem lui lo ha smontato in quattro e quattr’otto: meglio muoversi da solo nella scalata alla leadership del centrodestra. E alla festa Atreju di Fdi, due settimane fa a Roma, pur invitato, Salvini non si è fatto vedere. Giorgia Meloni ci è rimasta malissimo. In queste ore perciò si muove con molta cautela. Ha annullato tutte le apparizioni pubbliche e in tv, compresa l’ospitata di stasera nel salotto di Del Debbio a “Quinta Colonna”, per evitare di sovraesporsi, di bruciarsi. Il momento è delicato. È convinta di avere i numeri dalla sua e alla peggio lancerà il contropiede e invocherà le primarie, se gli alleati dovessero impallinarla. «Siano i cittadini a scegliere da chi essere guidati, a Roma come al governo» è l’unico commento al quale si concede, infierendo sul dimissionario Marino che è stato il suo pungiball.
In questo caos, non a caso, Marchini già con i suoi consiglieri a Palazzo Sanatorio ha iniziato a smarcarsi dal centrodestra. «Sarò candidato di un listone civico, lo chiameremo “Per il bene di Roma” o qualcosa del genere, ma si parte da lì, chi vuole ci sostiene». E dire che dai “focus” commissionati da Berlusconi l’imprenditore che piace parecchio alle donne e che gioca sulla carta dell’estraneità alla politica sarebbe in cima alla lista, di sicuro tra i candidabili a Roma. «Sì, ma dovrebbe prima decidere da che parte stare» incalza Barbara Saltamartini, oggi deputata leghista (romana). «Marchini è in campo – spiega da Forza Italia il senatore e responsabile Enti locali Francesco Giro – ma non convince l’idea di annullarci in una logica ipercivica, dobbiamo presentarci con una nostra lista e uomini nuovi. E dobbiamo fare i conti con la candidatura di Giorgia Meloni, che ha lavorato molto bene in questi anni. Il vero problema è che Grillo è in testa nei sondaggi e di sicuro andrà al ballottaggio, questo è il vero pericolo per Roma».