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 2015  ottobre 08 Giovedì calendario

Anche la fuga dei cervelli può diventare un business: lo prova la "T-Island", società di consulenza che offre servizi a pagamento per chi vuole tentare la sorte all’estero. «Meno di quarant’anni, laureato, con esperienza e deluso dal sistema Italia: è questo il fenotipo di cervello in fuga che si rivolge agli specialisti di T-Island, sognando, quasi sempre i paesi anglosassoni». Il successo non è assicurato, ma di solito ogni candidato viene collocato nel giro di 12-18 mesi

Lasciare l’Italia alla sua decadenza e fuggire dove la meritocrazia esiste, le tasse non ti avviliscono e all’orizzonte sembra esserci un futuro. Diventa un business il sogno di tanti italiani (quasi sempre professionisti, quarantenni, delusi dal sistema) che vogliono rifarsi una vita oltreconfine senza rischiare di finire come lavapiatti in un hotel. L’idea è venuta a due imprenditori di Imola, Alberto Forchielli e Stefano Carpigiani, che hanno fondato la «T-Island», società di consulenza che si dedica al coaching dei cervelli in fuga offrendo servizi, a pagamento, per chi vuole tentare la sorte nel paese dei sogni. La T-Island nasce nel 2013 come società di recruiting di alto livello. Ben presto, però i fondatori si rendono conto che la vera esigenza è un’altra. Mentre le aziende estere cercano personale qualificato, a prescindere dalla provenienza, in Italia c’è la materia prima ma non il lavoro. Dunque bisogna aiutare gli italiani a cercare un impiego fuori confine, che sia all’altezza della preparazione professionale. Dall’inizio del 2015 la T-Island si trasforma dedicandosi completamente all’attività di coaching per chi, davvero, è motivato a fuggire. Lo staff è formato da tre persone e, da inizio anno, sono state circa 400 le domande pervenute. Di queste, però, solo 150 sono state prese in carico. «Noi selezioniamo i candidati all’origine» spiega l’amministratore delegato Carpigiani, «verifichiamo la reale motivazione e le caratteristiche necessarie, tra cui la conoscenza di almeno una lingua straniera. Nel caso non ci siano le basi, non illudiamo nessuno e non prendiamo nemmeno in carico la richiesta». Ma come funziona esattamente l’attività di coaching? Si parte con un servizio base, che dura 14 giorni e prevede la preparazione di tutta la documentazione necessaria, il miglioramento di profili social e uno screening delle proposte di impiego già presenti on line. Il costo del servizio varia tra i 200 e i 300 euro. Formata la base, la ricerca comincia e il cliente T-Island può usufruire di altri servizi: da una consulenza generica online con database aggiornati (da 9,90 euro al mese), fino al vero e proprio coaching personalizzato (dai consigli, alle telefonate, ai viaggi) che costa 40 euro all’ora. «Il successo? Non è assicurato» aggiunge il manager, «ma il tempo medio di piazzamento di un candidato è tra i 12 e i 18 mesi. Con un profilo robusto, però, si può trovare anche in soli 90 giorni». Meno di quarant’anni, laureato, con esperienza e deluso dal sistema Italia: è questo il fenotipo di cervello in fuga che si rivolge agli specialisti di T-Island, sognando, quasi sempre i paesi anglosassoni. «Usa, Inghilterra, Australia, Canada oltre alla Svizzera che è un po’ il sogno di tutti perchè vista come un luogo dove si lavora bene, si guadagna tantissimo e si parla Italiano» prosegue Carpigiani, «la realtà poi è diversa perchè in America i sogni spesso si infrangono sul problema dei visti e in Svizzera si scopre che il mercato del lavoro è molto ridotto e i cantoni più aperti sono quelli in cui si parla il tedesco». Come confermano anche gli studi più recenti sull’emigrazione italiana (ultimo quello di Migrantes che registra più di 4,5 milioni di connazionali oltre confine, con un +49,3% di emigrazione rispetto al 2005) Germania ed Inghilterra restano i Paesi in cui è più facile trovare un impiego: lì ingegneri e tecnici vanno per la maggiore, mentre Irlanda ed Emirati Arabi sono alla continua ricerca di medici. Ma per tentare la ricerca bisogna per forza essere giovani e (possibilmente) uomini? Niente affatto: tra le verità che gli esterofili snocciolano paragonando l’Italia agli altri Paesi c’è certamente quella della minore discriminazione. «Sesso ed età nel lavoro all’estero contano pochissimo» conclude l’ad, «sono variabili come tante, mentre quello che è importante è l’esperienza e la competenza maturata negli anni». Sul tema, lo scorso primo settembre, è uscito un libro scritto a quattro mani da i due fondatori di T-Island: il titolo è «Trova Lavoro Subito», guida pratica per la ricerca del lavoro all’estero a partire dalle competenze di cui è, assolutamente, necessario dotarsi.