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 2015  ottobre 08 Giovedì calendario

Vino, l’Italia è il primo produttore mondiale. Con 48,9 milioni di ettolitri ha sorpassato anche la Francia: «Un successo che deve però essere tradotto a valore: basti pensare che proprio i vini francesi hanno un prezzo medio all’esportazione che è circa il doppio di quelli italiani»

L’Italia sorpassa la Francia e diventa il primo produttore mondiale di vino con un quantitativo di produzione stimato a 48,9 milioni di ettolitri. È quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base dei dati della Commissione europea che attesta un calo dell’1% dei raccolti in Francia, dove la produzione si dovrebbe fermare a 46,6 milioni di ettolitri; al terzo posto la Spagna con 36,6 milioni di ettolitri, in calo del 5%.
Secondo Coldiretti, il primato è stato sostenuto da condizioni climatiche favorevoli che hanno garantito un’ottima maturazione delle uve, tanto che in diversi territori si parla di annata storica per quantità e qualità. In Francia invece sono risultati particolarmente pesanti i cali nelle zone del Beaujolais (-25%) e della Bourgogne (-11%) a causa del caldo eccessivo.
«Un risultato eccezionale che premia il lavoro dei nostri produttori – commenta Paolo De Castro, coordinatore della commissione Agricoltura del Parlamento europeo -. Le condizioni climatiche favorevoli di quest’anno hanno fatto sì che le produzioni di uve nostrane aumentassero del 13%, incremento che ci ha permesso di superare la Francia. Un successo che deve però essere tradotto a valore: basti pensare che proprio i vini francesi hanno un prezzo medio all’esportazione che è circa il doppio di quelli italiani».
In Italia, aggiunge Coldiretti, si produce oltre un quarto (28%) del vino europeo che quest’anno dovrebbe raggiungere 163,8 milioni di ettolitri, in leggero aumento rispetto allo scorso anno. Se non ci saranno sconvolgimenti, si prevede che la produzione made in Italy sarà destinata per oltre il 45% ai 332 vini a denominazione di origine controllata (Doc) e ai 73 vini a denominazione di origine controllata e garantita (Docg), quasi il 30% ai 118 vini a indicazione geografica tipica (Igt) riconosciuti in Italia e il restante a vini da tavola.
Quest’anno, grazie all’euro debole, accelera anche l’export: nei primi 5 mesi del 2015 è stato del 6 per cento a valore. In Italia il business del vino genera quasi 9,5 miliardi di fatturato solo dalla vendita del vino e occupa 1,25 milioni di persone.
A proposito di export del vino, ieri, Domenico Zonin, presidente dell’Unione italiana vini, ha sollecitato una rapida conclusione dell’accordo di libero scambio con gli Stati Uniti, il Ttip, dopo la chiusura di quello con il Pacifico, il Ttp. «Il negoziato – sostiene Zonin – deve concludersi con un accordo che elimini i dazi doganali, attenui le barriere non-tariffarie, tuteli le nostre Ig» (semi-generiche come Chianti, Marsala). E aggiunge: «Rispetto all’accordo bilaterale con il Giappone è indispensabile che le barriere tariffarie, per i nostri vini sono al 15-20%, vengano eliminate senza periodi transitori; inoltre la protezione delle indicazioni geografiche deve avvenire attraverso una lista aperta delle principali Ig italiane ed europee; infine il riconoscimento delle pratiche enologiche dovranno essere in conformità con gli standard Ue e Oiv».