Libero, 8 ottobre 2015
Guai ai politici che danno il buon esempio: a Bagnolo Mella, cittadina del Bresciano, consiglieri e assessori che si erano messi a potare personalmente gli alberi per risparmiare (500mila euro in 4 anni, secondo il sindaco) sono stati censurati dalla Corte dei Conti, che ha contestato un presunto danno da 1.400 euro a pianta per «incremento del rischio di responsabilità da cose in custodia». E così il comune sarà costretto a tagliare i tagli
Poveracci i comuni che sono in ginocchio per colpa dei governi, poveracci noi che ci tagliano i servizi essenziali e ci ammazzano di multe, poveracci i politici che danno il buon esempio e allora gli mandiamo i magistrati, poveraccia Bagnolo Mella, città di 12mila abitanti nel bresciano i cui consiglieri e assessori si sono messi a potare gli alberi per risparmiare: loro, fisicamente. I politici locali si sono impegnati a sfrondare e sfoltire 130 alberi, e questo ha permesso un risparmio – assicura il sindaco, Cristina Almici – di 500mila euro negli ultimi quattro anni. Poveracci. E poveracci i florovivaisti e gli albericultori bresciani, che sono rimasti senza lavoro e allora hanno denunciato i politici alla Corte dei Conti: secondo loro i tagli erano malfatti e quindi hanno provocato stress e deperimenti, poveracce anche le piante. E poveracci anche i togati della Corte dei Conti, che hanno contestato un «incremento del rischio di responsabilità da cose in custodia» e un presunto danno di 240mila euro, circa 1400 euro a pianta: questo solo per il 2014-2015, periodo in cui i politici sono riusciti a risparmiare 55mila euro perché hanno imbracciato di persona motoseghe e forbicioni. Poveraccio il sindaco, costretto a sostenere che le potature sono state fatte per motivi di sicurezza e non per estetica, dunque – dice – non servivano esperti. Poveracci noi, costretti a tagliare i tagli.