Il Messaggero, 8 ottobre 2015
Max Biaggi a processo. Il pilota romano avrebbe evaso tasse per 18 milioni: «Ma è una vicenda che si trascina da molti anni, mi meraviglio che sia uscita solo ora. Riguarda la mia residenza a Montecarlo dove vivo realmente dal 1992 e dove sono nati i miei figli. Non è evasione fiscale, come erroneamente riportato sugli organi di stampa, ma riguarda unicamente la circostanza che non avrei pagato ad Equitalia tutte le imposte che ha provvisoriamente iscritto al ruolo»
Per rimettersi in pista non dovrà far altro che puntare al Gran Premio del Qatar, per il grande e atteso ritorno in Superbike. Uno scatto d’orgoglio per lasciarsi il periodo nero alle spalle. Il sei volte campione di motociclismo Max Biaggi oltre alla rottura con la compagna storica Eleonora Pedron potrà così digerire anche la grana di un rinvio a giudizio per un’ evasione fiscale dalla cifra record di 17 milioni e 852mila euro. Il centauro romano si è ritrovato di nuovo nei guai col fisco e con la giustizia da ieri quando il gup Valerio Savio del tribunale di Roma ha fissato per il campione l’appuntamento con un processo che si aprirà il prossimo 15 settembre davanti al giudice monocratico Bruno Costantino.
Un caso gonfiato secondo il Corsaro. «Nessuna evasione, ma solo un problema di residenza», ha subito chiarito con una nota alla stampa.
L’ACCUSA
A chiedere il rinvio a giudizio di Biaggi, per il reato di sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte, è stato il sostituto procuratore Giancarlo Cirielli. Secondo l’accusa il pilota, a cui si contesta il reato fino al 31 dicembre del 2012, avrebbe trasferito la propria residenza a Montecarlo, affidando gli introiti per i diritti d’immagine, derivanti dai contratti di sponsorizzazione con la società Dainese spa, a società riconducibili a lui stesso, ma con sedi all’estero, da Londra a Madrid. Riuscendo in questo modo a nascondere il reddito effettivo al fisco e rendendo inefficace la procedura di riscossione avviata da Equitalia.
PARTI OFFESE
Proprio la società di riscossione crediti è stata riconosciuta parte offesa a causa del mancato pagamento dell’aggio, la percentuale sulla somma da riscuotere che gli esattori trattengono come compenso per il servizio prestato – in questo caso equivalente al nove per cento della cifra – e si è costituita parte civile con l’avvocato Emilio Ricci. Ma a battere cassa si è presentata pure l’Agenzia delle Entrate (ammessa come parte civile) che punta a riscuotere gli oneri fiscali e con gli interessi. Il Corsaro però era già stato destinatario di una indagine del fisco. Finito a processo per evasione fiscale per aver trasferito in modo fittizio la residenza nel Principato di Monaco, era stato prosciolto per prescrizione nel febbraio 2013.
LA REAZIONE
Ma il quattro volte campione della classe 250 non ci sta: «È una vicenda che si trascina da molti anni, mi meraviglio che sia uscita solo ora. Riguarda la mia residenza a Montecarlo dove vivo realmente dal 1992 e dove sono nati i miei figli. Non riguarda un problema di evasione fiscale, come erroneamente riportato sugli organi di stampa, ma riguarda unicamente la circostanza che non avrei pagato ad Equitalia tutte le imposte che ha provvisoriamente iscritto al ruolo». Una «maledizione del fisco» che ha colpito un altro campione del motociclismo dopo Valentino Rossi, accusato di aver evaso il fisco per 60 milioni di euro, dovuti per gli anni 2000-2004, dopo aver trasferito la sua residenza in Gran Bretagna.