Corriere della Sera, 6 ottobre 2015
Vaccinazioni pediatriche, grave calo in Italia. L’allarme del presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, Walter Ricciardi: «La copertura nel nostro Paese è al di sotto della soglia di sicurezza». Sotto accusa i pediatri sfavorevoli ai vaccini
Gli italiani non si vaccinano volentieri. Una tendenza conosciuta. La recalcitranza a un atto di prevenzione, così importante per la salute nostra e della comunità, non era però mai apparsa tanto grave. Ieri il ministero della Salute ha pubblicato i dati dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) sui tassi di vaccinazione pediatrici. «La copertura nel nostro Paese è al di sotto della soglia di sicurezza», è l’allarme del presidente Iss, Walter Ricciardi. Per poliomelite, tetano difterite e epatite B siamo sotto il 95%, valore che scende all’86% per anti morbillo, rosolia e parotite, 4 punti in meno rispetto alla rilevazione precedente. I virus responsabili di queste malattie infettive non sono spariti, anzi in Europa hanno ripreso vigore. La scorsa estate in Spagna è morta una bambina di difterite: i genitori avevano preferito non sottoporla alla punturina. Da noi focolai di morbillo e rosolia sono ricorrenti. A chi attribuire la responsabilità? Ricciardi punta il dito sui medici di base, in particolare i pediatri, e propone di introdurre richiami e sanzioni se non partecipano alle campagne e fanno i bastian contrari. Gli sfavorevoli alla vaccinazione sono la minoranza ma sufficienti per innescare nei genitori la miccia del dubbio sulla presunta pericolosità di farmaci da considerare invece il più grande successo della medicina. Poi il passaparola tra le mamme fa il resto. Per invertire la curva occorre intervenire sui medici con iniziative di formazione. Solo un cambiamento culturale può risolvere il problema alla radice.