Corriere della Sera, 6 ottobre 2015
Ennesima frana su un’autostrada siciliana, questa volta a due passi da Taormina. Da mesi l’isola è ogni giorno più bloccata, per l’incapacità degli amministratori e l’incompetenza degli esperti
Un’altra frana si abbatte su una autostrada siciliana, stavolta sotto la meraviglia di Taormina, arrestando un asse vitale, fra Messina e Catania. L’isola, già da sei mesi spezzata in due dal viadotto in bilico sulla Palermo-Catania, affoga così negli ingorghi dei Tir e dei pullman turistici bloccati su quella che era stata indicata come unica alternativa sicura da tecnici inadeguati. La Sicilia si sbriciola, ma risultano ancora più incompetenti gli amministratori che dovrebbero tamponare l’emergenza, prevenire e programmare. E anche gli esperti del Cas, il Consorzio autostrade siciliane, perché l’ultimo disastro è uno smottamento annunciato. L’avvisaglia tre giorni fa. Con sassi e detriti rotolati sulla carreggiata lato monte, all’altezza di Letojanni, due passi da Taormina. Il Consorzio, spesso accusato per la pessima manutenzione delle arterie, si era attivato per la messa in sicurezza. Interventi mal calibrati. Comunque privi di allarme per eventuali ulteriori incidenti. Come si è verificato ieri mattina alle sette, per fortuna senza travolgere auto, senza trasformare il disastro in tragedia. Ovvio che si alzi un coro di proteste contro la Regione di Crocetta, ma anche contro il governo Renzi. Hanno promesso tutti entro fine novembre una bretella per bypassare il viadotto della Palermo-Catania. Un’altra, dopo quella dei Grillini. Ma senza soluzioni definitive nella Sicilia che traballa e soffoca.