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 2015  ottobre 03 Sabato calendario

La donna che si lascia corteggiare è peggio di una prostituta?

Argomento di conversazione per un fine settimana sotto la pioggia: la donna che si lascia corteggiare è paragonabile a una prostituta? La tesi è comparsa su Libération, il giornale della sinistra francese che non ha mai mancato una buona causa. A firma di una donna, Agnès Giard, e con l’appoggio di eminenti sociologi e antropologi, per i quali non ci sarebbe differenza tra salire sulla macchina di un cliente per soddisfarne le voglie o farsi offrire un drink da un tizio intenzionato ad avviare una storia. Anzi, secondo gli illuminati di Libération, una differenza c’è: la prostituta non può sottrarsi all’obbligo della prestazione, mentre la corteggiata può scolarsi il drink e rispondere picche. Sarebbe proprio questo potere di negarsi a renderla moralmente peggiore della prostituta (opinione spesso condivisa dal corteggiatore respinto…) e a rendere moralmente peggiori anche gli uomini che le pagano il drink. Costoro infatti prediligono il corteggiamento perché alla certezza prosaica del risultato antepongono il brivido maschilista della caccia alla preda.
Già il paragonare le decisioni autonome di una donna che deve rispondere solo al proprio piacere a quelle di chi offre il suo corpo in stato di necessità e sotto padrone la dice lunga sulla sensibilità di certi individui persi nei loro geroglifici mentali. La seduzione è l’esatto contrario dell’imposizione. Un corteggiamento concede a entrambi i suoi interpreti il lusso di scegliere se avanzare o retrocedere, ritirarsi o accettare. Ai sofisti interpellati da Libération questo gioco sembrerà un vizio esecrabile, ma si chiama libertà.