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 2015  ottobre 03 Sabato calendario

Michele Serra sulla mania americana delle armi: mi sento come quei cani che a Capodanno si rifugiano sotto il tavolo

Sento alla radio un dato impressionante, così impressionante che cerco conferma e la trovo nella rivista online “Il Post Internazionale”. Il dato è questo: la metà dei privati armati del pianeta Terra abita negli Stati Uniti d’America, a fronte di una popolazione complessiva pari al 4 per cento di tutti gli umani. Che le stragi per arma da fuoco (ormai quotidiane, e i morti sono migliaia) siano una specialità di quel grande Paese, è una inevitabile conseguenza statistica della maggiore concentrazione mai vista al mondo di armi da fuoco nelle case, nelle automobili, nelle mani di chiunque. Non per infierire, ma di questa vera e propria passione per gli spari e per il piombo che trapassa le carni degli altri c’è abbondante, anzi esondante prova in una produzione iconografica ormai sterminata. Il rapporto tra le armi che ho effettivamente visto nella vita reale (pochissime) e quelle che ho visto nei film e nei telefilm americani è, forse, di uno a un milione. Dall’infanzia in qua, dai primi western con Gary Cooper fino a Tarantino, la mia retina è crivellata da miliardi di spari, nella quasi totalità made in Usa. Non per moralismo ma per saturazione, diciamo per overdose da piombo, confesso di desiderare, nel prosieguo della mia vita da spettatore, il disarmo integrale. Mi sento come quei cani che a Capodanno, al primo sparo, si nascondono sotto il tavolo.