Corriere della Sera, 3 ottobre 2015
Mariti che non si accostano più alle mogli. «L’amore platonico non è una patologia». Meglio un massaggio ai piedi che un film porno
T zvia (Shani Klein) è un’israeliana, madre di quattro figli, sposata a un insegnante (Avshalom Pollak). Vivono nel cimitero ebraico di Gerusalemme. La coppia è in crisi. Di sera lei cerca di avvicinarsi al marito, ma lui si gira dall’altra parte e per la frustrazione Tzvia comincia a vagare tra le tombe. Inizia così il film Mountain della 36enne Yaelle Kayam. La distanza sentimentale è uno dei temi trattati dalla mostra del cinema di Venezia. Il matrimonio senza sesso è un fenomeno forte e sommerso.
«E, a sorpresa, la casistica riguarda almeno per il 30 per cento i maschi – afferma il sessuologo Willy Pasini –. Oggi, in Italia, nelle consultazioni predominano gli uomini, mentre dieci anni fa era soprattutto lei a chiedere un consulto». Il motivo? «Le donne sono diventate più autonome e intelligenti. Spesso sono partner dalle quali il maschio si sente attratto nella sua scelta di cuore, salvo poi avere difficoltà nella sfera più intima della relazione, una dimensione in cui la tipologia di riferimento è rimasta perlopiù quella della geisha».
I modelli maschili di una volta sono stati rottamati «il playboy è considerato a rischio, il cowboy è fuori tempo perché è un macho sopraffatto dal metrosexual, che però non si interessa alla donna, più concentrato sul proprio aspetto che ad avere una relazione». E così, dopo una stagione iniziale felice e gaudiosa, la convivenza può prendere un’altra via. «Le cause dell’usura del desiderio sono molteplici – spiega Alessandra Graziottin, direttrice del Centro di sessuologia del San Raffaele —. Piano piano si viene travolti dalla routine. Fatica, prosaicità del quotidiano e incombenze trasformano la coppia in una società di servizio».
«Mio marito non mi tocca da tre anni e ho scoperto che ha un’amica», racconta una 53enne. «Una coppia su tre sta insieme per tenerezza, per i figli, i soldi, ma l’erotismo non c’è più», riprende Pasini. Ci sarebbe anche una spiegazione biologica: «La natura ci ha dato due ormoni, prima la dopamina che sviluppa il senso amoroso e che dura due anni e mezzo. Viene poi sostituita da un altro ormone, la ossicitina, capace di creare la tenerezza verso i figli. E la natura ha fatto bene perché per conoscere un partner due anni e mezzo bastano. Invece poi serve un sistema più democratico per crescere i figli e insieme portare avanti un matrimonio per tutta la vita. Per questo noi umani abbiamo aggiunto alla biologia la cultura: sennò dopo due anni e mezzo sarebbe tutto finito».
«Asessuati e felici» titolava il New York Times la storia della studentessa che, dopo aver provato senza molto entusiasmo alcune esperienze, rivendica il diritto di sentirsi romanticamente attratta da qualcuno, indipendentemente dal desiderio sessuale. «Film e libri identificano l’amore con il sesso, ma l’amore platonico non è una patologia», dice la giovane citando gruppi nati attorno all’amore asessuato: Aces e Aros. Per molte coppie, però, il sesso resta un collante. «C’è una cultura ancestrale per cui l’uomo non può farne a meno del sesso – spiega l’avvocatessa Annamaria Bernardini De Pace —. In Italia, la maggior parte delle separazioni delle donne tra 55 e 65 anni avviene perché si sono stancate di assecondare il marito. Qualcuna accetta che lui si sia trovato un’altra».
«Nessuno ha il coraggio di dire la verità. Dopo vent’anni, il mio desiderio è decisamente calato. Prima eravamo come cozze, sognavi di farlo e rifarlo. Ora dici “speriamo che la cuffietta di plastica sulla maschera dei capelli faccia effetto e non me lo chieda”. E invece il mio non si scoraggia, e siccome gli voglio bene...», sorride Fernanda, 48enne.
Quando è il momento di preoccuparsi? «Quando ci si parla senza guardarsi più negli occhi. O lui mangia leggendo il giornale e lei guarda la tivu». Per Yay Belsky, professore di psicologia a Londra, l’innamoramento prevede tre componenti: romantico-erotica, fortissima all’inizio; di complicità amicale, in voga nelle coppie Dink (doppio stipendio, niente figli) dove è dominante l’aspetto ludico-erotico, e la terza fase governata da solidarietà e partnership.
«La crisi arriva dopo la nascita del primo figlio: romanticismo ed erotismo si riducono drasticamente, la coppia diventa società – spiega Alessandra Graziottin —. E il tradimento diventa la terapia auto prescritta per cercare nuove emozioni. Perché nell’innamoramento riparte quell’impulso della carnalità felice».
Il desiderio si può risvegliare? «Nell’intimità conoscere il senso che stimola il/la partner – olfatto, vista o tatto – è utile per non fare come il marito che propinava alla moglie video porno senza risultato» conclude Pasini.
«Perché non mi hai fatto un massaggio ai piedi?», lo rimprovera lei. Ma funziona anche programmare attività nuove da fare insieme, viaggi, sport. «Il sesso segue». Non partire dal letto, ma dal benessere.