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 2015  ottobre 01 Giovedì calendario

Il Viperetta nasconde 1,2 miliardi al fisco e l’appartamento dei Parioli finisce sotto sequestro. È una casa di 13 vani che Ferrero ha comprato nel 2000. Non abita lì da anni, ma nonostante ciò da tempo affronta una querelle con i condomini per alcuni lavori che aveva fatto in casa. Secondo il pm Mario Palazzi «ometteva di indicare elementi positivi di reddito per 724 mila euro e indicava passivi per 3,5 milioni di euro» circa. Pari, quindi «a un’imposta Ires evasa» per quasi 1,2 milioni di euro. Valeria Pacelli: «Ma sono fatti del 2009, quasi prescritti. È quindi può tirare un sospiro di sollievo»

L’ultimo guaio giudiziario, il patron della Sampdoria Massimo Ferrero lo ha avuto due settimane fa quando la Procura di Roma ha disposto il sequestro per equivalente del suo appartamento ai Parioli, prestigioso quartiere romano: è una casa di 13 vani che Ferrero ha comprato nel 2000. Non abita lì da anni, ma nonostante ciò da tempo affronta una querelle con i condomini per alcuni lavori che Er Viperetta aveva fatto in casa, per poi dover distruggere quello che stava costruendo. Compresa una sauna.
Ma non è per le liti condominiali che la casa è finita sotto sequestro (come pure i conti correnti di due società). Il provvedimento arriva nell’ambito dell’inchiesta del pm Antonino Di Maio che contesta a Viperetta il reato di occultamento o distruzione di documenti contabili, nel 2009, per un milione e duecentomila euro, in merito a due società a lui riconducibili. Insomma si tratta, secondo il magistrato, di un presunto omesso versamento all’erario nel 2009. Inchiesta tuttavia ancora in corso e, secondo indiscrezioni, in dirittura di arrivo. Anche se la prescrizione incombe.
Intanto sotto sequestro è finito quell’appartamento, negli anni già oggetto di indagini per lavori, poi bloccati a causa delle lamentele condominiali. “Beh, a me non è successo nulla – dice un giovane avvocato che esce dall’elegante ingresso del palazzo –. Io non ho problemi di infiltrazione. Sono altri che so hanno avuto problemi. Io il presidente della Samp non l’ho neanche mai visto”. Alza lo sguardo e indica l’ultimo piano: “Lì i lavori ci sono da tempo e sono fermi”. Anche un altro condomino dice di non aver avuto problemi: “Io però non ci sto mai e abito ai piani bassi. Magari abitassi lì”.
Tuttavia sui lavori in quell’appartamento è in corso un processo in primo grado. Qui Viperetta è imputato per non aver bloccato i lavori nell’appartamento come gli era stato intimato dalle autorità. In particolare, scrive il pm Simona Marrazza nel capo di imputazione, ignorava il divieto “realizzando la demolizione delle tramezzature” e della “cabina sauna” in muratura, mentre proseguiva “le opere di sistemazione degli impianti a servizio delle unità immobiliari e di bonifica della pavimentazione”.
Com’era l’appartamento nel 2011, però, è descritto agli atti in un’annotazione di polizia giudiziaria al termine di un sopralluogo.
In quel caso – si tratta di sei anni fa, ora la situazione è ripristinata – trovarono i lavori in corso. Tra questi segnarono anche “la ricostruzione di spallette in muratura, la posa in opera di una grande cabina ‘sauna’ e la realizzazione del muretto (…) atto a contenere una vasca idromassaggio”.
Non ne è rimasto nulla. “Non c’è alcuna sauna ora – sottolinea il legale di Ferrero, l’avvocato Andrea Diamante –. È stata distrutta al solo scopo di eliminare delle infiltrazioni. Lui non abita lì da quattro, cinque anni”. Risiede infatti in un palazzo in pieno centro a Roma, intestato – come verificato dal Fatto – a Propaganda Fide. Il Fatto avrebbe voluto chiedere chiarimenti anche su questo a Ferrero che però ci ha rimandato ai suoi legali.
Quello per l’appartamento ai Parioli non è l’unico processo che Er Viperetta affronta in primo grado.
Il presidente della Sampdoria è imputato per dichiarazione infedele in qualità di legale rappresentante della Blu Cinematografica Gf Srl. Per evadere le imposte sui redditi delle dichiarazioni del 2008, secondo il pm Mario Palazzi “ometteva di indicare elementi positivi di reddito per 724 mila euro e indicava passivi per 3,5 milioni di euro” circa. Pari, quindi “ad un’imposta Ires evasa” per quasi 1,2 milioni di euro.
Sono fatti del 2009, quasi prescritti. È quindi può tirare un sospiro di sollievo.