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 2015  ottobre 01 Giovedì calendario

Mercato del lavoro, in un anno si è registrato un buon aumento dell’occupazione nel turismo, nella ristorazione, nell’assistenza geriatrica e nei servizi legati alle imprese. Ancora invariata, invece, la situazione per quanto riguarda l’industria, nonostante un calo verticale della cassa integrazione. Esaurita la fiammata estiva legata al turismo e a Expo, rimangono diverse incognite per i prossimi mesi

Spulciando nella mole di dati che l’Istat elabora in materia di lavoro si può scoprire un fil rouge utile a capire l’andamento dell’occupazione nei mesi centrali di quest’anno. La chiave è nei servizi che si sono incaricati già nel secondo trimestre del 2015 di trainare i posti di lavoro. L’industria, invece, non dà ancora incrementi e vedremo di capire perché. Il confronto si può fare solo anno su anno (aprile-giugno ’15 sullo stesso periodo del ’14) e non con il trimestre precedente perché i fattori stagionali «sporcano» qualsiasi interpretazione. Cominciamo da alberghi e ristorazione che fanno segnare un incremento di 37 mila posti e che promettono nella rilevazione successiva soddisfazioni maggiori. La percezione degli addetti ai lavori, infatti, è che i jobs di accoglienza siano aumentati in questi mesi estivi oltre le previsioni. Non crea nuovi posti invece il commercio che comincia a fare i conti con la ristrutturazione delle grandi strutture. La continuità è rappresentata dai servizi alla persona che non sono scesi quasi mai negli anni della crisi e che tra giugno ’14 e giugno ’15 fanno segnare +38 mila. Interessante è il dato sui servizi alle imprese che salgono di ben 85 mila unità occupate. Anche i servizi finanziari e assicurativi danno un contributo positivo (+ 33 mila posti). Da questi dati possiamo presumere che una parte consistente della nuova occupazione sia fatta di lavori non particolarmente qualificati nel turismo, nella ristorazione e nell’assistenza geriatrica mentre la crescita delle professioni legate alle imprese ci autorizza a intravedere anche lavori più legati ai processi innovativi e al digitale.
Ma veniamo direttamente alle aziende manifatturiere (escluse le costruzioni che fanno caso a sé per la crisi profonda che hanno vissuto e un successivo rimbalzino), ebbene tra il secondo trimestre ‘14 e aprile-giugno ‘15 la situazione è rimasta invariata, non c’è stata nuova occupazione. Si possono tirare in ballo a mo’ di spiegazione la ripresa lenta e le ristrutturazioni che hanno reso snelle le imprese ma va tenuto presente che nel frattempo la cassa integrazione è stata quasi dimezzata. Temporalmente i dati non coincidono, ha senso però ricordare come tra l’agosto ‘14 e l’agosto ‘15 la Cig faccia segnare -41,5%. I primi passi della ripartenza sono serviti dunque a far rientrare nei ranghi i lavoratori in eccedenza. Secondo Maurizio Sacconi, ex ministro del Lavoro, si può parlare già adesso di una fiammata occupazionale del turismo determinata da un dollaro favorevole ai turisti in entrata, da una tendenza rafforzata degli italiani a fare le vacanze nel Belpaese, dall’eccezionale caldo che ha allungato il periodo feriale e infine dall’effetto Expo di tipo sia diretto sia indiretto. È chiaro che però questi dati e queste osservazioni non ci autorizzano a pensare che si sia innestata una marcia superiore. Il turismo è di per sé legato a fattori stagionali e quindi è largamente probabile che non dia nei mesi finali dell’anno lo stesso contributo. In più le incertezze della domanda interna e i riflessi dell’affaire Vw sul mercato dell’auto (che ha trainato i consumi) autorizzano qualche preoccupazione ulteriore.