Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2015  settembre 30 Mercoledì calendario

Che ci sia o meno lo Stato Islamico dietro il martirio di Tavella, la libertà occidentale (nel bene e nel male) si dimostra sempre più grande del cieco odio islamista. «Il terrore fobico che i bacchettoni jihadisti nutrono per l’Occidente spreca ogni buona ragione politica e storica e si fissa – fobicamente, appunto – sul solo aspetto che invece ci assolve e ci avvantaggia: vivere liberi. Liberi perfino, come il povero grande Tavella, di servire gli altri senza domandarsi come pregano, e se pregano»

Il sedicente Stato Islamico è già fin troppo ingombrante perché gli si possa fare il regalo di prendere per oro colato ogni rivendicazione. Basta un ditino che digita, sotto una barba che gongola, per attribuirsi il “merito” di qualunque crimine. Più probabile che l’odio islamista contro il “contagio occidentale” sia disorganizzato e diffuso, bande sparse per il mondo, preti pazzi e giovani fanatici che si auto-investono del ruolo di anticorpi contro un virus, quello della libertà, che noi occidentali incarniamo pienamente, nel bene come nel male, nello sguardo aperto e generoso (vedi Cesare Tavella, martire della cooperazione) così come nel consumismo compulsivo e debosciato. In quanto “contagio” dobbiamo dire, non so quanto cinicamente, che siamo avvantaggiati. La libertà è un morbo virulento e mutageno, assume continuamente una nuova veste, è libertà di costumi sessuali, libertà di pensiero, libertà di non credere in Dio o di credere in tutti gli dèi riuniti in assemblea, libertà di sprecare il tempo, di sentirsi inutili, di sperperare energie, insomma libertà. Il terrore fobico che i bacchettoni jihadisti nutrono per l’Occidente spreca ogni buona ragione politica e storica (per esempio il colonialismo, per esempio l’imperialismo economico) e si fissa – fobicamente, appunto – sul solo aspetto che invece ci assolve e ci avvantaggia: vivere liberi. Liberi perfino, come il povero grande Tavella, di servire gli altri senza domandarsi come pregano, e se pregano.