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 2015  settembre 30 Mercoledì calendario

Ultime sul caso di Ignazio Marino «imbucato» negli Usa. L’invito è partito dall’ufficio del sindaco di Filadelfia, il viaggio è stato pagato invece dalla Temple University, dove il sindaco di Roma ha tenuto una conferenza

L’invito è partito dall’ufficio del sindaco di Filadelfia, la sponsorizzazione è stata invece della Temple University. Il giorno dopo la nuova polemica in cui è finito il sindaco di Roma Ignazio Marino, si definisce in maniera più chiara la dinamica organizzativa del suo più recente viaggio negli Usa. Il secondo in un mese, dopo quello dei primi di settembre, che dalle ferie caraibiche lo aveva portato per alcuni giorni nella Grande Mela per consultazioni col collega e amico Bill De Blasio.
Questa volta il primo cittadino di Roma negli Stati Uniti è giunto in occasione della visita papale, oltre che per una lezione come invitato speciale alla Temple University. Due appuntamenti legati fra loro. Il viaggio con tappe a New York e Filadelfia, è stato accompagnato anche stavolta da una serie di polemiche, dovute a incomprensione tra le quali l’ipotesi che Marino fosse stato invitato negli Usa direttamente dal Santo Padre o dai suoi collaboratori. Ipotesi smentita seccamente dallo stesso Bergoglio. «Io non ho invitato il sindaco Marino, chiaro?» ha risposto il Papa a una domanda. «Lui si professa cattolico – ha aggiunto Francesco – è venuto spontaneamente». Il Campidoglio si è affrettato a precisare che il sindaco non aveva mai detto di essere stato invitato dal Papa o dal Vaticano, poi ha rilanciato spiegando che la domanda rivolta a Bergoglio era stata pensata ad arte per innescare polemiche. Ma allora come è andata la vicenda?
Lo abbiamo chiesto all’ufficio del sindaco di Filadelfia, Michael Nutter, una conoscenza della stesso Marino. «In vista del viaggio del Santo Padre – ci dicono – una delegazione della città si è recata a Roma per studiare l’apparato organizzativo e di sicurezza che di solito la capitale gestisce in occasione di grandi eventi, compresi quelli che riguardano iniziative dove è coinvolto il Papa». In sostanza il sindaco di Filadelfia e le autorità cittadine volevano prendere spunti per mettere a punto la grande macchina organizzativa in occasione della visita del Santo Padre. La collaborazione tra gli inviati della città della Pennsylvania e gli esperti della capitale «ha funzionato perfettamente, c’è stata intesa e cooperazione», spiegano dall’ufficio di Nutter. E in segno di riconoscenza la stessa delegazione ha chiesto a Marino di essere presente ai tre eventi che si sarebbero svolti a Filadelfia. Un invito colto al volo dal primo cittadino che con gli States ha un rapporto particolare dati i suoi trascorsi da chirurgo proprio in quella città.
Ma a pagare le spese di «trasferta» «non è stato il sindaco di Filadelfia, né il Comune di Roma, né tanto meno il Vaticano», tengono a precisare. A prendersi cura di Marino è stata invece la Temple University, ateneo della città di Filadelfia – Università che lui stesso ha detto di amare particolarmente – che lo ha invitato per tenere una lectio. E così è stato, perché il sindaco di Roma, dopo una fugace sosta a New York, ha tenuto la sua lezione alla Temple, prima del grande appuntamento papale. E anche dalla chiesa cattolica Usa giungono smentite su ogni coinvolgimento. Ce lo conferma Fran Maier, segretario particolare dell’Arcivescovo di Filadelfia, Charles Chaput.
«Escludo categoricamente che un invito possa essere partito da questa arcidiocesi, la presenza del sindaco di Roma non era nei radar della nostra organizzazione».