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 2015  settembre 30 Mercoledì calendario

L’eterno ritorno del ponte sullo Stretto. Una delle grandi opere sognate dal governo Berlusconi, ma mai realizzata, viene riproposta dall’esecutivo di Matteo Renzi sotto la spinta del Ncd di Angelino Alfano. La novità è che il progetto riguarderebbe soltanto il trasporto ferroviario. Ma il ministro Delrio non sembra convinto: «Al momento il dossier non è sul mio tavolo, abbiamo cose più urgenti di cui occuparci»

Si torna a parlare del ponte sullo stretto. Una delle grandi opere sognate dal governo Berlusconi, ma mai realizzata, viene riproposta dall’esecutivo di Matteo Renzi sotto la spinta del Ncd di Angelino Alfano. Ma c’è una novità. Il progetto riguarderebbe soltanto il trasporto ferroviario. Non il transito delle auto. «Il ponte sullo stretto? Al momento il dossier non è sul mio tavolo, abbiamo cose più urgenti di cui occuparci» dissimula la questione il ministro al ramo Graziano Delrio. Il casus belli si consuma nell’aula di Montecitorio attorno all’ora di pranzo. È l’occasione per mettere ai voti le mozioni sulla Salerno-Reggio Calabria. Una di queste, proposta dai centristi di Area Popolare (Ncd-Udc), prevede anche di impegnare il governo alla realizzazione dell’opera faraonica che unisce la Sicilia alla Calabria. Ma quando tocca all’esecutivo esprimere una valutazione, il sottosegretario al ramo Umberto Del Basso De Caro chiede di stralciare la parte sullo stretto di Messina poiché «si tratta di un intervento che non è presente nell’agenda del governo» e «che può tranquillamente essere rimandato ad altro momento». Le truppe del ministro dell’interno non ci stanno. E Dorina Bianchi, prima firmataria della mozione e parlamentare calabrese di Angelino Alfano, sollecita l’esecutivo di rivedere la posizione. Ed ecco il colpo di scena. Del Basso De Caro cambia idea. Accoglie l’appunto e riformula la mozione in questi termini: «Si potrebbe pervenire che il governo si impegna a valutare l’opportunità di una riconsiderazione del progetto del Ponte sullo Stretto come infrastruttura ferroviaria previa valutazione e analisi rigorosa del rapporto costi-benefici, come possibile elemento di una strategia di riammagliatura del sistema infrastrutturale del Mezzogiorno». Il governo serra le fila. E nonostante le proteste e le urla che infiammano l’aula di Montecitorio, la Camera approva a larga maggioranza la mozione del Ncd-Udc. 289 i favorevoli, 98 contrari, e 21 astenuti. Una scelta che scatena le opposizioni. Arturo Scotto, capogruppo di Sel alla Camera, insorge: «Con un colpo di scena degno di un thriller il governo cambia idea e per tenersi buono l’alleato dell’Ncd apre alla costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina, anche se ad uso ferroviario». Il partito di Alfano viene preso di mira anche dai deputati in commissione trasporti del M5s: «Contrariamente a ogni considerazione razionale e logica ritorna in auge un progetto inutile e dispendioso, voluto da Alfano che, a questo punto è chiaro, detta l’agenda del governo». Il ministro dell’Interno da Catania si intesta il risultato perché «oggi è un grande giorno per l’Italia e per la Sicilia». Ma la scelta divide la galssia dem. Francesco Boccia, presidente della commissione Bilancio, mette a verbale che «è un’opera inutile e sarebbe un ulteriore spreco di denaro pubblico». Gli fa eco l’ambientalista Ermete Realacci che su twitter ironizza: «Ponte sullo stretto? Solo nei film Fantasy si resuscitano i dinosauri».