La Stampa, 29 settembre 2015
’Ndrangheta, non solo coca: un’inchiesta congiunta delle procure di Roma e Reggio Calabria (54 gli arrestati solo ieri) ha portato alla luce infiltrazioni delle cosche calabresi nel mercato della floricoltura e della cioccolata, grazie a un circuito mafioso che si dispiega tra Locride, Olanda e Canada. Il procuratore aggiunto di Reggio, Nicola Gratteri: «È una delle tre inchieste più importanti degli ultimi dieci anni»
Michele Prestipino, procuratore aggiunto di Roma, spiega il segreto del «successo» della ’ndrangheta: «Ha una grande flessibilità nell’adattarsi a ciò che il mercato offre e a prevedere quali saranno i segmenti che un domani tireranno». Alla Procura nazionale antimafia si parla del mercato dei fiori olandese e del cioccolato Lindt. Altro che solo cocaina o armi. La ’ndrangheta sfrutta ogni occasione che si presenta per fare profitti.
Fermi importanti, i 54 di ieri, tra Calabria, Lazio e altre città italiane. Ma in questa inchiesta congiunta delle procure di Roma e Reggio Calabria i protagonisti si muovono tra la Locride, Amsterdam e il Canada confermando la presenza di ’ndrine e forse di locali (i livelli organizzativi di base e intermedi della ’ndrangheta) anche in questi due Paesi.
Le cosche madri
Stiamo parlando delle cosche Commisso-Macrì di Siderno e Coluccio-Aquino di Marina di Gioiosa Ionica. E non è un caso che ieri il procuratore aggiunto di Reggio Calabria, Nicola Gratteri, abbia esaltato l’importanza di questi fermi («È una delle tre inchieste più importanti degli ultimi dieci anni»). I Commisso («che dispongono di 500 killer», dice Gratteri) e gli Aquino hanno proiezioni internazionali molto diffuse e presto potrebbero esserci altre novità. Gli studiosi della mafia calabrese impazziranno nel leggere le carte, le dichiarazioni dei pentiti, le intercettazioni ambientali che confermano appunto che la Calabria continua ad essere l’ombelico di questo mondo criminale.
I fiori delle cosche
La proiezione olandese dei Commisso fa riferimento alla famiglia Crupi che è inserita nel settore della floricultura. Dall’Olanda a Siderno e Latina, Vincenzo Crupi gestisce un’importante società di import/export del settore. Scrivono gli investigatori del Ros dei carabinieri e dello Sco della Polizia: «Hanno il controllo di vasti segmenti del mercato della floricoltura locale olandese e una ramificata e solida rete logistica e di supporto a diverse attività illecite del sodalizio».
Il cioccolato
La vicenda della ricettazione di 250 tonnellate di cioccolata Lindt (valore 7 milioni di euro) è emblematica. Si tratta dei famosi Lindor Boules al latte, confezionati con la classica carta rossa da rivendere sfusi.
«La Inge.Ma Trading di Lodi viene incaricata dalla Lindt dello stoccaggio e della preparazione dei loro prodotti per la successiva spedizione sui mercati nazionali e internazionali della Polonia, dell’Austria e della Svezia. Una volta ricevute le quantità di cioccolata al magazzino, servendosi di dipendenti di nazionalità indiana assunti irregolarmente, sottraevano ai colli vari chilogrammi di cioccolata, riformandone altri con scatolame con marchio Lindt e apponendovi all’esterno delle false etichette».
Dalle intercettazioni ambientali negli uffici olandesi della «Fresh», viene fuori che parte della cioccolata rubata veniva custodita a Siderno per essere poi rivenduta.
In un capitolo dell’inchiesta si accenna anche a una possibile guerra di mafia in Canada, tra diverse fazioni della ’ndrnagheta reggina radicate nell’Ontario, dopo l’omicidio del boss Carmine Verduci, assassinato nell’aprile del 2014 a Woodbrige. Ne parla in un’ambienatale Vincenzo Crupi con il cognato Vincenzo Macrì: «Ad ucciderlo sono stati i “briganti”, i fratelli Angelo e Cosimo Figliomeni».