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 2015  settembre 29 Martedì calendario

Scandalo Volkswagen, è l’ora della resa dei conti interna: mentre l’ex ad Martin Winterkorn viene ufficialmente indagato per truffa (anche in seguito a una denuncia "contro ignoti" della stessa azienda), si susseguono voci di epurazione anche per altri dirigenti. Intanto la casa di Wolfsburg continua a registrare pesanti perdite in Borsa: dallo scoppio del caso il titolo è già crollato del 40%. «Possibili danni per l’intera economia tedesca»

Martin Winterkorn è indagato per truffa. La procura di Braunschweig ha fatto sapere di aver iscritto l’ex amministratore delegato di Volkswagen nel registro degli indagati. Il sospetto riguarda la vendita di auto con gas di scarico manipolati. Un portavoce della magistratura ha dichiarato che anche altri manager potrebbero essere coinvolti. Tra le denunce che hanno indotto la procura della Bassa Sassonia ad aprire le indagini contro l’ex padre padrone dell’azienda di Wolfsburg, spicca quella della stessa azienda «contro ignoti». Mercoledì scorso, il drammatico presidio del gruppo che aveva deciso la cacciata di “Wiko” aveva preannunciato già l’intenzione di procedere per vie legali contro gli eventuali responsabili del più grande scandalo che abbia mai travolto il gruppo.
Continuano a rincorrersi anche voci su una pesante resa dei conti interna, in particolare su epurazioni tra i top manager. Secondo la Faz l’ex capo della ricerca e sviluppo per il marchio Vw, Heinz Jakob Neußer sarebbe già stato sostituito da Volkmar Tanneberger, ex capo dello sviluppo elettronico. Un altro su cui girano voci su una possibile sospensione dall’incarico è Ulrich Hackenberg, numero uno per la ricerca e sviluppo di Audi, ma secondo Handelsblatt si starebbe opponendo al tentativo di cacciarlo. Il ministero dei Trasporti tedesco ha voluto smentire di essere stato a conoscenza del “defeat device”, il software che consentiva a Volkswagen di truccare i test sulle emissioni. Ma alcuni politici hanno cominciato a polemizzare sulla buonuscita di Winterkorn. Al top manager svevo, il più pagato della Germania (l’anno scorso ha incassato 16 milioni: 1,6 milioni di stipendi, resto bonus), spetterebbero 28 milioni di liquidazione. Una parte dei bonus, peraltro, sarebbero legati alla soddisfazione dei clienti e agli standard ecologici raggiunti. Secondo la deputata dei Verdi, Renate Kuenast, siamo in presenza di un «pesante fallimento manageriale» che non dovrebbe lasciare spazio a bonus. Con Winterkorn la Vw non si sarebbe trasformata in un azienda automobilistica leader nei criteri ambientalisti, bensì in un «dinosauro ecologico globale». Secondo alcuni quotidiani tedeschi, il consiglio di sorveglianza sta decidendo cosa fare.
In Borsa le azioni di Vw sono arrivate a perdere ieri oltre il 9%, per chiudere con un calo del 7,44% e arrivando così a un crollo di quasi il 40% dall’inizio dello scandalo. Gli esperti, intanto, continuano a speculare sui possibili danni – ieri Michael Huether, economista dell’autorevole istituto economico IW ha spiegato che «a causa delle dimensioni dell’azienda e dell’indotto potrebbero esserci danni per l’intera economia tedesca». Ma ieri si è saputo anche che la città del quartier generale, Wolfsburg (dove lavorano 60 mila persone), sta correndo ai ripari. Il sindaco, Klaus Mohrs (Spd) ha detto che per l’anno prossimo sarà costretto a bloccare le assunzioni e gli investimenti. Il bilancio 2016, che doveva essere presentato il 7 ottobre, sarà spostato a dicembre. «Anche se siamo privi di debiti – ha detto il primo cittadino – dobbiamo aspettarci una forte flessione degli introiti».
Mohrs ha informato il consiglio cittadino che «progetti già iniziati verranno portati a termine, ma nuove iniziative saranno congelate. Il comune rinuncerà a nuovi collaboratori, ma nessuno dovrà preoccuparsi del proprio posto di lavoro».