Il Messaggero, 29 settembre 2015
"Non essere cattivo", opera postuma di Claudio Caligari realizzata grazie a Valerio Mastandrea, è il piccolo grande film che rappresenterà l’Italia agli Oscar: una drammatica storia "pasoliniana" di due ragazzi di vita nella Ostia violenta e disperata degli anni Novanta. La commissione dell’Anica l’ha coraggiosamente preferito alle lanciatissime pellicole di Nanni Moretti, Mario Martone, Marco Bellocchio, Cristina Comencini e Sergio Castellitto. Il prossimo obiettivo è rientrare nella cinquina finale degli Oscar: la sfida sarà molto combattuta, ma l’Italia appare determinata a giocarsela fino in fondo
Davide contro Golia. Un piccolo film che colpisce al cuore, diretto da un regista scomparso quattro mesi fa e interpretato da attori trentenni poco noti, batte i maestri e le loro storie affidate alle star made in Italy. Sarà Non essere cattivo, opera postuma di Claudio Caligari, regista di tre soli film di culto (prima c’erano stati Amore tossico e L’odore della notte), a rappresentare l’Italia nella corsa all’Oscar.
La commissione dell’Anica composta di autori, rappresentanti dell’industria ed esperti, ha preferito il film di Caligari ai pezzi da novanta che aspiravano alla designazione: Mia madre di Nanni Moretti, Il giovane favoloso di Mario Martone, Sangue del mio sangue di Marco Bellocchio, Latin Lover di Cristina Comencini, Nessuno si salva da solo di Sergio Castellitto, Per amor vostro di Giuseppe Gaudino. Non essere cattivo ha avuto la meglio anche su L’attesa di Piero Messina e Vergine giurata di Laura Bispuri, le opere prime meglio accolte quest’anno.
DRAMMA
A rappresentare il cinema italiano nella massima competizione mondiale sarà dunque la drammatica storia”pasoliniana” di due ragazzi di vita (interpretati dai magnifici Luca Marinelli e Alessandro Borghi), amici fraterni alle prese con un destino di violenza ed emarginazione nella Ostia anni Novanta, ridotta a terra di nessuno dall’arrivo delle droghe sintetiche.
Realizzato grazie alla caparbietà di Valerio Mastandrea che, dopo avere affidato al “Messaggero” un appello a Martin Scorsese, ha coinvolto nel progetto una compagine di produttori (Taodue, Kimerafilm, Leone Film Group, RaiCinema), Non essere cattivo era stato presentato fuori concorso a Venezia tra commozione e ovazioni, un’accoglienza trionfale che aveva stemperato le polemiche per il mancato inserimento in concorso. Uscito nelle sale con Good Films in 60 copie l’8 settembre scorso, il film ha incassato finora, secondo i dati Cinetel, circa 270mila euro. Un risultato”di nicchia” se comparato ai blockbuster di stagione, ma destinato sicuramente a crescere grazie alla designazione.
La vera battaglia comincia però ora. Obiettivo: arrivare in finale all’Oscar. La cerimonia si svolgerà a Los Angeles il 28 febbraio e le nomination, precedute dalla”shortlist” (la lista ristretta dei nove titoli stranieri tra i quali verranno indicati i cinque finalisti) saranno annunciate il 14 gennaio. E approdare almeno alle soglie della”notte delle stelle” non è una passeggiata. Servono investimenti cospicui, proiezioni capillari e un’intensa attività di pubbliche relazioni da pianificare sul posto come una campagna elettorale. Non tutti fanno gol. Malgrado l’ottimismo generato dalla vittoria di La grande bellezza (Oscar 2013), il candidato italiano dell’altr’anno, Il capitale umano di Paolo Virzì, non riuscì a entrare nemmeno nella shortlist.
I CONCORRENTI
Oggi Non essere cattivo dovrà combattere contro concorrenti agguerriti: i più temibili sembrano il film ungherese Son of Saul di Laszlo Nemes, Mustang di Deniz Gamze Erguven che rappresenta la Francia, L’ultimo lupo di Jean-Jacques Annaud in corsa per la Cina, Un piccione seduto sull’albero riflette sull’esistenza dello svedese Roy Andersson, Leone d’oro a Venezia nel 2014.
STRATEGIA
Ma in Italia appaiono tutti caricatissimi. «Siamo davvero felici della designazione e studieremo una strategia comune con gli altri coproduttori. Daremo fondo a tutta la nostra esperienza e alle nostre conoscenze a Hollywood per ottenere i massimi risultati», assicura emozionata Raffaella Leone di Leone Film Group. Rincalza Pietro Valsecchi, il titolare di TaoDue: «Siamo pronti a cominciare la bellissima avventura americana. Abbiamo le spalle larghe e investiremo denaro e persone», dice il produttore. «Ringrazio Mastandrea che mi ha spinto a entrare nel progetto e la commissione dell’Anica per la sua scelta indipendente e coraggiosa. Già tra due settimane sarò a Los Angeles per cominciare a pianificare la campagna pro-Oscar».
SPONSOR
Lui, che ha fatto i soldi con le commedie di Checco Zalone (quella nuova, intitolata Quo vado, uscirà il 1° gennaio), ha creduto da subito in Non sono cattivo: «È un piccolo grande film di rara potenza che rinnova la migliore tradizione del cinema italiano», dice, «in più rappresenta un ottimo messaggio per i giovani che vogliono fare i registi».
Una curiosità: c’è un altro italiano tra i candidati all’Oscar: è Giulio Ricciarelli, regista di Labyrinth of Lies che rappresenta la Germania. Anche questo film, sulla cospirazione che dopo la guerra tentò di occultare i crimini di Auschwitz, è targato Good Films e uscirà all’inizio del 2016.