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 2015  settembre 29 Martedì calendario

«Non ho invitato io il sindaco di Roma a Filadelfia. Chiaro? Non ho fatto niente. L’ho domandato anche agli organizzatori e neppure loro lo hanno invitato». Così Papa Francesco ha scatenato l’ennesima polemica su Ignazio Marino. Il Campidoglio precisa («Il sindaco non ha mai detto di essere stato invitato dal Papa») e in serata Marino accusa la stampa («Stufo di polemiche create ad arte per danneggiare Roma»). Rimane comunque l’alone di mistero che pervade le trasferte americane del «dottor» Marino

Il tono di voce deciso, le sfumature delle parole – «Lui si professa cattolico ed è venuto spontaneamente» – e quella domanda retorica che ripete per essere sicuro che il messaggio sia arrivato in modo inequivocabile: «Chiaro?». Al di là delle poche frasi che dedica alla presenza di Ignazio Marino negli Usa, papa Francesco sembra però avere un’opinione precisa della vicenda, approfondita nel merito: «Non ho invitato io il sindaco di Roma a Filadelfia. Chiaro? Non ho fatto niente». Però si è informato: «L’ho domandato anche agli organizzatori e neppure loro lo hanno invitato». Non chiaro, chiarissimo.
Così le polemiche che accompagnano le trasferte di Marino – ieri si è fermata la metro nella centralissima fermata di piazza di Spagna – stavolta deflagrano. Il Campidoglio precisa («Il sindaco non ha mai detto di essere stato invitato dal Papa») e in serata Marino accusa la stampa: «Stufo di polemiche create ad arte per danneggiare Roma. Sono dispiaciuto che qualcuno abbia addirittura disturbato il Papa per questi motivi. Io sono stato invitato dal sindaco di Filadelfia e dal vescovo». L’opposizione attacca, tra richieste di dimissioni (Roberto Calderoli, Lega) e ironie («Marino è un pericolo reputazionale permanente» per Enrico Zanetti di Sc, mentre è «un imbucato speciale» per Giorgia Meloni). Matteo Orfini (Pd) lo difende: «Esagerazione su qualunque cosa riguardi Marino».
Motivo (ufficiale) del viaggio del sindaco è la ricerca di mecenati per Roma. Ma prima di partire disse: «Quando mi è stato riferito che avrebbero avuto piacere della mia presenza negli appuntamenti del Santo Padre a Filadelfia ho detto a monsignor Paglia che sarei stato lieto di partecipare all’organizzazione».
Finita? Non proprio. Scrive L’Osservatore Romano : «Il Papa ha smentito categoricamente di aver invitato Marino». Categoricamente. A proposito di sfumature.

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Il copione, ormai, è quasi sempre lo stesso: Marino parte per l’America e nella Capitale si scatenano le domande: cosa va a fare, davvero, il sindaco negli States?
Di voci ne corrono tante, anche le più disparate. C’è chi dice che «vada ad operare, per mantenere l’abilitazione da chirurgo negli Usa». C’è chi, addirittura, pensa che «Marino punti al premio Nobel, per l’operazione che fece anni fa su un paziente malato di Aids». L’episodio è citato su Wikipedia: secondo la sanità italiana quel malato non era guaribile, e oggi invece sta bene. Chiacchiere da bar, certo. Che, però, raccontano un clima: l’alone di mistero che pervade le trasferte americane del «dottor» Marino. Anche stavolta lo schema non cambia: Marino parte, prima dice di andare per il Papa, poi si scopre che ha una lectio alla Temple University di Filadelfia (che ha pagato le spese del viaggio) poi ancora che ha in programma una serie di appuntamenti con potenziali mecenati nei consolati italiani a New York e in Pennsylvania, «retti» dai diplomatici Natalia Quintavalle e Andrea Canepari.
Nomi? Si sa solo che ci sarebbe un fantomatico «mister X», un miliardario americano senza eredi che, prima di morire, vorrebbe fare degli atti di liberalità. Chi è? «Non possiamo dire niente. L’ultima volta che è uscito un nome abbiamo perso il finanziamento», ripetono da giorni in Comune. Il riferimento è ai fratelli Charles e David Koch, ultraconservatori, ma anche amanti della Roma antica, che Marino vide in una precedente visita a Manhattan.
Di sicuro, si sa che il sindaco, a Nyc, ha rivendicato di aver creato un fondo apposito – il Rome Heritage, in collaborazione con la King Baudouin Foundation United States, organizzazione non profit specializzata in fund raising – per le donazioni dei mecenati americani. E che, prima di partire, aveva diffuso alla sua maggioranza l’elenco dei finanziatori dei 13 milioni già raccolti: peccato che, a parte un contributo dall’Azerbaigian e uno dall’uzbeko Usmanov, quasi tutti i soldi vengano da italiani (Telecom, Bulgari, Fendi, Enel). Così, persino in Campidoglio, serpeggia un certo scetticismo sui viaggi di Marino. Non tanto (o non solo) per le spese eventualmente sostenute, altro capitolo misterioso. Marino, stavolta, ha detto di essere stato invitato dal sindaco di Filadelfia, Michael Nutter (che conferma: «Abbiamo chiesto dei consigli al Comune di Roma e sono stati molto disponibili») e che la trasferta era «a costo zero» per i cittadini romani. In realtà, la delegazione comunale era composta da quattro persone: sindaco e un’addetta stampa «ospiti dell’organizzazione», capo del cerimoniale e una dirigente in missione pagati dal Campidoglio. Oltretutto, almeno una notte newyorchese di Marino sembra sia stata pagata dal Comune.
Il punto è che nei suoi viaggi il «dottor Ignazio» mette sempre anche qualcosa di molto personale. Non è un caso che Filadelfia sia la sua meta preferita: lì ha lavorato (alla Jefferson University), lì ha alcuni dei suoi amici più stretti. Uno di questi è Antonio Giordano, napoletano, socio fondatore del think tank di Marino «I-think». E dove lavora Giordano? Proprio alla Temple University, l’università che ha ospitato la lectio mariniana sulla sua doppia vita (medico trapiantista prima, politico e sindaco poi), dove l’amico del cuore di Marino dirige lo Sbarro Institute. E sempre lì, alla Temple, dal 2011 ha una cattedra Maddalena Barba, altra socia (onoraria) del think tank. Una rimpatriata tra vecchi amici? Chissà. Certo è che l’ultimo viaggio e soprattutto le frasi del Papa hanno riacceso le polemiche anche tra i renziani. Ieri, sul telefonino del premier, brillava un sms spedito da un fedelissimo romano: «Game Over». Allegato un file audio: «Si professa cattolico» scandito da papa Bergoglio.