Corriere della Sera, 29 settembre 2015
Lo sanno tutti che il Barcellona, il secondo club più ricco del mondo, è il primo partito della Catalogna. E che il presidente di tutti qui è Pep Guardiola. Uno che ha mandato a quel paese un ministro di Rajoy: «Vi dà fastidio che io faccia politica? Io pago le tasse, nei vostri partiti non so…». Més que un club, c’è scritto fin sulle poltrone numerate del Camp Nou: più che una squadra, il Barcellona è sempre stato la quadra del problema indipendentista. Perché il capitano è catalano per statuto. E lo statuto si scrive in catalano. E in curva, chi non fischia la Marcha Real, castigliano-è-è
«Aznar era del Real Madrid. Zapatero, del Barcellona. Indovina per chi tifa Rajoy?...». Qualcuno passa sempre, dal cancello sull’Avenida del Sol. Ieri c’era Messi con le stampelle. Ora Suarez col sorriso, le dita a mulinare nell’aria per dire dopo, dopo… «Basta stare qui e aspettare». Davanti alla Ciutat Esportiva non è facile fermare il campione per il selfie, ma il commerciante d’elettronica Jordi Giraldo ha una vecchia tessera blaugrana 107.412 e ha imparato bene ad attendere. Non gli pesa. Sa che i risultati prima o poi arrivano, come dice Pep Guardiola, e domenica sera sono stati punti benedetti: 47,8 per cento, che non sarà lo scudetto della secessione, ma è comunque un bel piazzamento. L’ha promesso anche il Pep: aspettate pazienti, ostinati, immobili come s’aspettano i calciatori fuori dalla doccia e, vedrete, «l’indipendenza prima o poi passerà».
Una naciò, una seleciò. Se Guardiola si fosse candidato capolista degl’indipendentisti, anziché simbolico ultimo, chissà quanti voti: «Vincevamo a maggioranza assoluta». Lo sanno tutti che il secondo club più ricco del mondo è il primo partito della Catalogna. E che il presidente di tutti, a sentire chi è qui, è l’ex citì che tutto ha vinto. Uno che ha mandato a quel paese un ministro di Rajoy: «Vi dà fastidio che io faccia politica? Io pago le tasse, nei vostri partiti non so…». Més que un club, c’è scritto fin sulle poltrone numerate del Camp Nou: più che una squadra, il Barcellona è sempre stato la quadra del problema indipendentista. Perché il capitano è catalano per statuto. E lo statuto si scrive in catalano. E in curva, chi non fischia la Marcha Real, castigliano-è-è… «Il nostro esercito disarmato», lo chiamava Vázquez Montalbán. «La nazionale che tiferei – si rammaricava il vecchio presidente del Barcellona, Joan Laporta –, mentre sono obbligato a guardare la Spagna: ma solo perché ci sono anche i nostri». Chi gioca qui, dice Iniesta, «sente di sventolare come una bandiera». E non può non sapere in quale metà campo. Domenica, Piqué ha postato il video mentre votava indipendentista col figliolo Milan sulle spalle. Luis Enrique ha twittato «Forza Catalogna!!!». E pure l’indifferente Messi, una volta, ha detto quelle paroline che a Madrid non vogliono nemmeno sentire: «Nazione catalana».
Il Madrid, appunto: tutte le volte che si gioca il Clàsico, lo striscione obbligatorio è «la Catalogna non è Spagna». E se davvero non sarà più Spagna, ha minacciato il presidente della Liga la settimana scorsa, i catalani se ne facciano una ragione: il Barça (con l’Espanyol) dovrà organizzarsi un campionatino suo e «rassegnarsi a diventare una media squadra internazionale come l’Ajax, il Celtic, lo Standard Liegi…» Més que una domanda, sotto sotto, se la fanno anche i tifosi: che cosa sarebbe del Barça, in caso di secessione? «A questo punto della mia vita», commenta Luis Enrique, «posso immaginare qualsiasi cosa…». Perfino di togliere a Cristiano Ronaldo il suo peggior avversario? «È un club con 200 milioni di tifosi nel mondo», tranquillizza Lluís Mascaró, commentatore sportivo catalano: «La Liga vuole rinunciarvi? Molte federazioni europee lo accoglierebbero a braccia aperte. Con l’indipendenza, la Catalogna punta ad avere nazionali in ogni sport, da mandare ai Mondiali e alle Olimpiadi. Ma il Barcellona, no: può restare nella Liga. Come fa Andorra. O il Monaco in Francia. O San Marino in Italia. Da Madrid lanciano questi messaggi apocalittici, ma è evidente che siano interessati. Immaginate perché…». A proposito dell’indovinello: Rajoy tifa Real.