Il Messaggero, 29 settembre 2015
«Abbiamo ucciso un crociato»: Carlo Tavella, veterinario milanese 51enne, è la prima vittima italiana rivendicata dall’Isis. È stato ucciso ieri in un agguato mentre faceva jogging a Dacca, la capitale del Bangladesh, dove si trovava per lavorare a un progetto di agricoltura locale sostenuto da una Ong. È la prima apparizione ufficiale dello Stato Islamico nel Paese, che ora minaccia: «È solo la prima goccia di pioggia. Non sarete sicuri nelle terre dei musulmani»
Assassinato mentre faceva jogging nel quartiere Gulshan di Dacca, quello apparentemente più sicuro, dove ci sono le ambasciate. Cesare Tavella, 51 anni, un cooperante italiano di Ravenna, è stato vittima di un agguato. Tre giovani lo hanno raggiunto, gli hanno sparato più colpi, e sono fuggiti – sembra – su un’unica moto. Con la dinamica di un omicidio di camorra, ma in Bangladesh.
Erano circa le 18.30 ora locale. Tavella è stato soccorso e portato in ospedale, aveva almeno tre ferite ma era stato colpito anche all’addome, e i medici hanno potuto soltanto constatarne la morte. Per qualche ora le ragioni del delitto sono rimaste un mistero, anche se i sospetti che l’agguato fosse opera di integralisti islamici erano stati subito avanzati dai giornali web della regione. Tavella aveva ancora indosso gli effetti personali, era in tenuta da jogging, difficile pensare a un’aggressione per rapina.
LA RIVENDICAZIONE
Poi, poche ore dopo, la rivendicazione dell’Isis: «Abbiamo ucciso un crociato». A recuperarla nella giungla del web è stato il Site, centro privato d’intelligence con sede a Washington. La direttrice Rita Katz l’ha comunicato con un tweet. Una “certificazione” importante perché Site, specializzato nel monitorare il terrorismo islamico, è considerato fonte attendibile. Il che non significa che l’Isis abbia realmente commesso il delitto, ma che se lo attribuisce. La differenza appare sottile, ma non lo è.
Dietro l’omicidio potrebbe esserci anche una organizzazione integralista locale, che in qualche modo è affiliata o si sente vicina all’Isis. Oppure, semplicemente, l’Isis si è attribuita l’omicidio di un occidentale per un qualsiasi motivo. Anche quello di dare una risposta di terrore alle grandi potenze che stanno dibattendo come combatterlo in Siria. Non è detto che gli assassini fossero consapevoli che stavano sparando a un italiano, il primo “ufficialmente” ucciso dalle milizie di Abu Bakr al Baghdadi.
Il Bangladesh è un Paese che si autodefinisce «di musulmani prevalentemente moderati», molto povero e molto abitato. Su un territorio che è grande meno della metà dell’Italia vivono 160 milioni di persone. Dacca, la capitale, è una megalopoli di sette milioni di abitanti. La laicità è uno dei principi fondamentali della Costituzione. Ma anche in Bangladesh, favoriti dalla povertà e dall’emarginazione, si sono formati gruppi armati di integralisti. Non sono l’Isis ma miliziani altrettanto spietati. E dall’inizio dell’anno sono stati uccisi quattro blogger laici in quattro diversi attacchi.
A COLPI DI MACHETE
L’ultimo, Niloy Chatterjee, è stato assassinato ad agosto da un commando che con una scusa è entrato nel suo appartamento e poi lo ha colpito a colpi di machete. Invano il blogger si era rivolto alla polizia per avere protezione: aveva ricevuto minacce, e scriveva sulla stessa testata laica che ospitava le rubriche degli altri tre assassinati prima di lui. La rivendicazione fu di Ansar al Islam, gruppo legato ad Al Qaeda. Altri due gruppi hanno fatto parlare di sé in Bangladesh, ma l’Isis, finora, non era apparso sulla scena se non per sospetti di reclutamento. Ora con una sorta di “proclama” si attribuisce l’omicidio di Cesare Tavella. Nato a Milano ma di famiglia romagnola, laureato in Veterinaria, si occupava di sviluppo da 22 anni. Tavella aveva vissuto in Africa e nello Yemen come cooperante. Ma negli ultimi tempi aveva comprato un podere a Casola Valsenio, tra le colline ravennati, per coltivare frutta, non lontano dai genitori che vivono a Bagnacavallo. Mentre la figlia vive con la madre in Piemonte. Era però dovuto tornare a viaggiare, forse per pagare il mutuo del terreno.
DA UN MESE
Tavella era stato assunto come project manager di un programma quadriennale di aiuti alimentari da una Organizzazione non governativa olandese, la Icco. È un progetto di agricoltura locale per seguire il quale il veterinario di Ravenna era a Dacca da poco più di un mese. «È solo la prima goccia di pioggia» conclude minacciosa la presunta rivendicazione dell’Isis. «Non sarete sicuri nelle terre dei musulmani».