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 2015  settembre 25 Venerdì calendario

Benvenuti nel club dei piccoli geni. Il 29 settembre l’Italia sarà per la prima volta ammessa nel network europeo dei centri e delle università che si occupano di valorizzare le menti dei bambini e degli adolescenti “plusdotati”. Ragazzi “gifted”, con il dono di intelligenze superiori. «La scuola taglia le ali, ora li aiuteremo a volare»

Forse domani vinceranno il Nobel. O sposteranno le frontiere della scienza. Per adesso però sono soltanto geniali e incompresi. «Incatenati alle regole di un sistema scolastico che non permette ai ragazzi più dotati di saltare classi o bruciare tappe, umiliandoli e deprimendo le loro intelligenze». Tra pochi giorni, il 29 settembre, l’Italia sarà per la prima volta ammessa nel network europeo dei centri e delle università che si occupano di valorizzare le menti dei bambini e degli adolescenti “plusdotati”. Ragazzi “gifted”, con il dono di intelligenze superiori. Eppure, denuncia Annamaria Roncoroni, neuropsicologa e presidente dell’Aistap, l’unica associazione italiana ammessa nell’European Talent Support Network, «a questi giovanissimi talenti la scuola continua a tagliare le ali». Accade, ed è il paradosso della diversità, anche quando diversità vuol dire IQ altissimi, e incredibili capacità scientifiche, informatiche, linguistiche. Perché i ragazzi “gifted”, che sono l’8% della popolazione giovanile, di cui il 2% con caratteristiche effettivamente “geniali”, hanno spesso un percorso scolastico accidentatato e difficile, quando non costellato da diagnosi di presunte difficoltà di apprendimento. «Del resto come non annoiarsi in classe, se quanto viene spiegato il bambino plusdotato lo ha già appreso da solo anni prima, e magari è più avanti della maestra stessa», spiega Anna Maria Roncoroni che oltre 10 anni fa ha fondato l’Aistap, (Associazione italiana per lo sviluppo del talento e della plusdotazione) e si occupa di “salvare” e valorizzare questi bambini. «Ma il vero problema è che la scuola boicotta chi cerca di andare avanti: nella mia associazione ci sono non pochi ragazzi che per saltare una classe hanno subito ogni tipo di ostacoli e addirittura di ritorsioni. Con il risultato che non appena possono questi ragazzi straordinari fuggono, e non tornano più». La contraddizione infatti, sottolinea Roncoroni, è che oggi chi si occupa di sostenere i “gifted”, è riconosciuto in Europa ma «ignorato in Italia».
«Per legge nel nostro Paese si può saltare soltanto una classe, all’estero anche due o tre, ma in ogni caso la cultura dominante è quella per cui è meglio restare con i coetanei e fare un percorso normale, magari livellandosi verso il basso, piuttosto che sostenere un ragazzo speciale con programmi speciali». Così l’Italia resta indietro. «E fermare un bambino che chiede soltanto di imparare – dice amara Roncoroni – è un’offesa all’intelligenza e alla vita».