il Fatto Quotidiano, 24 settembre 2015
Al Nazareno gira una black-list dei talk show stilata da Renzi: ci sono i buoni, i cattivi e i cattivissimi. I nemici sono praticamente tutti i programmi di Raitre (tranne “Agorà”) e tutti quelli de La7. In cima c’è “Piazza Pulita” di Corrado Formigli
Ci sono i buoni, i cattivi e i cattivissimi. Al Nazareno gira una black-list dei talk show, continuamente aggiornata, ad uso dell’ufficio stampa: quando si tratta di mandare un parlamentare del Pd, il grado di “amicizia” verso Renzi conta. Il capo si vendica così: se lo invitano, non ci va. E centellina le presenze dei suoi.
E insomma, l’“Editto di Rambo” di Matteo Renzi (copyright Renato Brunetta) colpisce alcuni più di altri. I nemici, dunque. Praticamente tutti i programmi di Raitre (tranne “Agorà”) e tutti quelli de La7. In cima c’è “Piazza Pulita” di Corrado Formigli. Durante una puntata in cui si parlava dell’elezione del presidente della Repubblica, il 26 gennaio, Renzi twittava: “Trame, segreti, finti scoop, balle spaziali e retropensieri: basta una sera alla tv e finalmente capisci la crisi dei talk show in Italia”. Nell’ultima settimana della campagna elettorale per le amministrative, Renzi aveva pensato di andare. È stato più forte l’istinto punitivo. “Ballarò” e “Di Martedì”, condotti rispettivamente da Giannini e Floris, sono l’ultimo bersaglio balzato agli onori della cronaca. Sta scalando rapidamente la classifica “Presa Diretta” di Riccardo Iacona: a Renzi non è piaciuta la puntata sulla riforma del lavoro di domenica. Ma s’era arrabbiato anche per quella sulla buona scuola, la scorsa stagione. Con loro, però, la vendetta non funziona: non l’hanno mai invitato.
Di “Gazebo” di Diego Bianchi, nessuno osa parlare male. Ma Renzi, ripetutamente invitato, non s’è mai presentato. Tanto che nell’ultima puntata dell’ultima stagione, gli autori del programma hanno costruito una sua sagoma, che hanno portato nei posti “scomodi” dove lui non è mai andato (da Rosarno a Scampia). Durante il seminario sulla comunicazione per i dirigenti Pd, a luglio, una slide con gufo gigante chiariva la linea: “I nostri avversari sono quelli che sperano nel fallimento dell’Italia, il loro nido è il talk show non il Parlamento”.