La Stampa, 24 settembre 2015
È nata una nuova stella del motociclismo? Enea Bastianini a 17 anni punta al Mondiale di Moto 3. E pensare che faceva il tuffatore: «Trampolino o moto, la mia vita è sempre una gara. La prima moto l’ho guidata a 3 anni e 3 mesi, per quello gareggio con il numero 33. Aveva le rotelle ma le ho tolte quasi subito»
La vittoria a Misano non è stata l’impresa più difficile che Enea Bastianini ha portato a termine. «È stato ben più complicato riuscire a chiudere un doppio mezzo all’indietro quando gareggiavo nei tuffi», ricorda ridendo. La parlata rotonda rivela le origini riminesi, è nato a due passi dal mare e altrettanti dai circuiti. Da bambino si divideva fra la piscina e le minimoto. «La prima moto l’ho guidata a 3 anni e 3 mesi, per quello gareggio con il numero 33 – racconta -. Aveva le rotelle ma le ho tolte quasi subito». Un enfant prodige, sensibile al richiamo del podio e a quello del trampolino. Lo sport è stata una costante nella sua vita, moto poi ginnastica artistica e tuffi. Enea era bravo, «finché un giorno mi allenai con Tania Cagnotto e scoprii quanto fossi scarso – scoppia di nuovo a ridere -. Più o meno è la stessa sensazione che ho provato lo scorso anno in Qatar alla mia prima gara nel Mondiale Moto3».
La passione per l’acqua
Però la Bestia, «mi chiamavano così nel box perché ogni tanto faccio il matto e mi sono affezionato a questo soprannome», impara in fretta. Nel 2014 è stato il migliore debuttante, ora si gioca il titolo contro Kent e in questa stagione è salito 6 volte sul podio, compresa la recente vittoria. I tuffi sono rimasti una passione «ma la concentrazione che si ha sul trampolino è simile a quella prima della partenza di una gara e in entrambi gli sport servono riflessi pronti – spiega -. Quando compi una rotazione prima di entrare in acqua devi capire qual è la tua posizione, come quando sei in bagarre con gli altri piloti». Enea ha solo 17 anni, a Misano non ha potuto neppure stappare lo spumante per festeggiare il successo essendo minorenne, eppure ha già una lunga carriera alle spalle. Ha iniziato con le minimoto, poi è passato al trofeo Honda e alla Rookies Cup, che si corre in concomitanza con il Mondiale. Avrebbe continuato in quel campionato anche nel 2014 se all’ultimo non fosse arrivata la chiamata di Fausto Gresini, consigliato da Fabrizio Cecchini, vicino di casa di Bastianini e suo attuale capotecnico.
Era l’occasione che aspettava, Enea non è un predestinato che ha trovato la strada in discesa. Ha dovuto lottare con le difficoltà di trovare il budget per correre e a volte con mezzi non competitivi. «Nel 2012 avevo pensato di smettere, stava iniziando la stagione e non ho avevo neppure una moto – ricorda -. Però sono testardo e proprio quell’anno ho vinto il trofeo Honda». Il riminese ha le idee chiare, «avevo meno di 10 anni quando ho deciso che la mia vita sarebbe stata fare il pilota».
«Correre per me è tutto»
Nessuno glielo ha tolto dalla testa e non ha fallito, tanto che il colosso Honda gli tiene gli occhi addosso, come fece con Marquez. Bastianini sembra non sentire la pressione, «correre per me è tutto. Quando sono in moto mi sento libero», traduce in parole le sue emozioni. Sul casco ha disegnato un alieno, lo stesso del tatuaggio che ha sul braccio «e dire che da piccolo non dormivo la notte per paura che arrivasse un extraterrestre in camera». A Misano con i capelli tricolore dopo la vittoria ha ricordato il giovane Rossi, ma il suo mito è Stoner. «Chi scelgo? La carriera di Valentino è più lunga e bella, ma mi accontenterei di ripetere quello che ha fatto Casey». Con il campione australiano condivide la passione per la pesca, un altro richiamo all’acqua. «Il prossimo obiettivo? Proviamo a vincere questo Mondiale», forse neanche questo sarà difficile come quel tuffo perfetto.