Corriere della Sera, 24 settembre 2015
Finestrini sigillati, aria condizionata spenta, gomme più gonfie del normale: ecco svelati tutti i "trucchetti" (legali) usati dalle case automobilistiche europee per passare i test sulle emissioni inquinanti. Ma dopo lo scandalo Volkswagen le cose stanno finalmente per cambiare
Nell’era del digitale, delle auto robot di Google, i test per misurare i consumi delle vetture seguono un protocollo preistorico. Il «New European Driving Cycle» – dove «nuovo» è un eufemismo visto che l’ultimo aggiornamento risale al 1997 – è tornato nel mirino dopo lo scandalo delle emissioni truccate dalla Volkswagen: un sistema superato e troppo facile da aggirare. La prova si svolge su di un banco a rulli senza mai mettere una gomma sull’asfalto: spesso il veicolo procede sul tappeto mobile con i finestrini sigillati, con la carrozzeria rivestita di nastro adesivo per ridurre l’attrito aerodinamico, con gomme più gonfie del normale, anche le mescole degli pneumatici sono speciali per diminuire la resistenza al rotolamento. Non solo: il motore viene lubrificato con oli derivati dalle corse, l’aria condizionata e altri impianti elettronici sono spenti. Tecniche necessarie per limare fino all’ultimo grammo di CO2 rivelate in un dossier compilato da Transport & Environment dal quale emerge che lo scarto fra consumi dichiarati e quelli reali in alcuni casi può superare il 50%.
Ma i «trucchetti» utilizzati dalle case sono perfettamente legali: l’esame infatti non specifica per esempio quali gomme utilizzare né l’angolo di sterzo da tenere, lasciando così falle aperte. In più il test simula percorsi privi di pendenza, in città e fuori, poco più di 11 km durante i quali le accelerazioni sono molto dolci. Dopo anni di battaglie e manovre di lobby le cose stanno per cambiare: l’Acea, l’associazione dei costruttori europei interviene nel mezzo della bufera Vw per spiegare che «presto le vetture diesel Euro 6 saranno sottoposte a esami su strada». «L’Europa – prosegue la nota – è l’unica area al mondo a introdurre questo tipo di criteri». Poche parole dietro alle quali si celano enormi interessi e guerre commerciali: se devi diventare più pulito degli altri e spendere di più in dispositivi ecologici – è la tesi – sud coreani, giapponesi e americani, che non hanno le stesse leggi, potrebbero essere avvantaggiati.
Per questo e altri mille motivi il debutto del nuovo sistema di misurazione dei consumi Rde (Real-World Drive Emission) è stato più volte rimandato, adesso finalmente sta per partire: sperimentazione dall’anno prossimo, poi nel 2017 sarà obbligatorio sulle auto a gasolio ed entro il 2020 riguarderà anche i motori a benzina. Per la prima volta, quindi, i veicoli usciranno dalle sale dei laboratori per affrontare strade trafficate e con un’inclinazione minima del 2%, caricando il bagagliaio e accelerando al massimo in alcuni tratti. Basterà a chiudere l’era degli esami facili?