Il Sole 24 Ore, 24 settembre 2015
Ferrari avrà 1,9 miliardi di debiti. Nel nuovo documento Sec i dati aggiornati calcolati tenendo conto dell’effetto del Note Fca da 2,5 miliardi. Un altro passo verso lo sbarco a Wall Street, previsto per metà ottobre
Ferrari compie un altro passo per lo sbarco a Wall Street, che la porterebbe poi in un secondo tempo anche a Piazza Affari. La bufera che sta mettendo sotto pressione il comparto dell’auto per lo scandalo emissioni targato Volkswagen non ha cambiato minimamente i piani di Sergio Marchionne, ceo di Fca: la Rossa arriverà al New York Stock Exchange dopo metà ottobre, come dichiarato dal presidente John Elkann. E per farlo al meglio il gruppo automobilistico ha deciso di allargare la schiera di banche al servizio dell’operazione. Da un filing Sec depositato nelle ultime ore emerge infatti il nuovo elenco di istituti impegnati nell’Ipo oltre a una proiezione aggiornata dello stato economico e patrimoniale del Cavallino rampante. La squadra di banche che parteciperanno comprende ora anche Mediobanca, Bnp Paribas, JP Morgan e Allen & Company, che si aggiungono a Ubs, Bofa Merrill Lynch e Banco Santander, che agiscono come joint bookrunner dell’offerta. Ubs è inoltre anche global coordinator dell’Ipo che punta a collocare sul mercato il 10% delle azioni ordinarie Ferrari attualmente detenute da Fca.
La quotazione sul New York Stock Exchange, come noto, fa parte del più ampio progetto di Fiat Chrysler di separare la Rossa, mossa che dovrebbe completarsi nella prima parte del 2016. E proprio in tema di scorporo, tra le pieghe del filing, si legge anche il conto economico e lo stato patrimoniale pro-forma al 30 giugno 2015, ricalcolati però per tener conto dell’impatto delle future transazioni con Fiat Chrysler legate allo spinoff.
Si sa che all’atto della separazione, Ferrari emetterà a Fca una Note da 2,5 miliardi di euro, “debito” che verrà ripagato subito, in parte con la liquidità che il Cavallino ha depositato presso le casse Fiat e in parte con mezzi di terzi. L’esito di queste operazioni di “compensazione” e rifinanziamento sarà per la società un’esposizione lorda di circa 1,8 miliardi di euro. Se a questi si sommano altri debiti già presenti nel portafoglio (si tratta di altre passività finanziarie per 165 milioni), si arriva a 1,96 miliardi di euro di debiti per Ferrari ai quali fanno da contraltare più o meno 264 milioni di euro di attivi tra cassa e attività finanziarie correnti. È poi possibile ricostruire anche quanto gli oneri finanziari legati “all’indebitamento” peseranno sul conto economico. Stando sempre alle proiezioni contenute nel documento Sec, si tratta di un aggravio vicino ai 20 milioni di euro nel primo semestre pro-forma del 2015 che va a ridurre l’utile lordo da 212 a 191 milioni; il risultato netto cala invece di 14 milioni da 140 milioni a 126 milioni. Sul bilancio pro-forma del 2014 l’effetto sarebbe stato di 41,3 milioni sui profitti lordi, leggermente meno su quelli netti.
Va ricordato che Ferrari debutterà a Wall Street come società separata, costituita formalmente come NV olandese per mantenere invariati i diritti di voto, poco più del 40% per la famiglia Agnelli. Piero Ferrari il figlio di Enzo, manterrà un pacchetto del 10%. Fca, invece, inizialmente terrà per sé l’80% della controllata salvo poi girare le azioni ai propri azionisti nel 2016. In questo modo, Exor verrà a detenere direttamente più o meno il 24% della Rossa in termini di azioni, di più, evidentemente in quanto a diritti di voto (sfruttando le regole olandesi del voto maggiorato), mentre la quota restante farà capo agli altri azionisti (66%). Lo schema, naturalmente, è confermato e il filing depositato ora è servito per aggiornare il corposo atto formale di registrazione alla Sec compiuto dall’azienda il luglio scorso: 172 pagine ricche di dati finanziari e di vendita nelle quali veniva posto l’accento sulla strategia chiave del gruppo di Maranello. Ferrari resterà un marchio esclusivo, rappresentativo del lusso italiano con un controllo sulla produzione che costringerà i propri acquirenti a una lunga attesa, in alcuni casi anche superiore a un anno.