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 2015  settembre 24 Giovedì calendario

Riforma costituzionale, l’ostacolo maggiore ora sono gli 85 milioni di emendamenti presentati dal leghista Calderoli, ma Grasso si dice determinato a evitare il blocco del Senato (che altrimenti solo per esaminarli e votarli dovrebbe lavorare fino al 2018, sabati e domeniche inclusi). Intanto, «per sicurezza», due parlamentari renziani hanno presentato un emendamento che abolisce il Senato

«È un bel successo del Partito democratico», dice Pier Luigi Bersani. «I numeri c’erano, ci sono e ci saranno – chiosa Matteo Renzi —. La maggioranza in Senato è stabile e solida». Dopo settimane di tensioni, nel Pd scoppia la pace e spiana la strada per le riforme. Tre emendamenti, tre proposte di modifica al ddl Boschi, fanno finalmente trovare la «quadra» tra la maggioranza renziana e la minoranza del partito. E i verdiniani, a questo punto, non sono più decisivi.
I senatori renziani si spingono a pronosticare per il 9 ottobre il voto finale sul testo, con un percorso fatto di sedute notturne e nel weekend. L’ostacolo più grande, ora, è la montagna di emendamenti, ben 85 milioni, presentati dal leghista Roberto Calderoli. Atto ostruzionistico che potrebbe però essere bloccato dal presidente del Senato Pietro Grasso, indignato per quei «milioni di emendamenti, un’offesa alla dignità delle istituzioni».
I tre emendamenti riguardano l’elettività dei senatori, le funzioni del Senato e quelle dei giudici costituzionali. Restano ancora aperti i nodi del Titolo V e della Presidenza della Repubblica, «temi che definiremo nei prossimi giorni», spiega il sottosegretario Luciano Pizzetti. Il punto più delicato viene risolto con una mediazione: spetterà ai consigli regionali eleggere i futuri senatori, ma le indicazioni saranno fornite dagli elettori con il voto. Inizialmente il governo voleva scrivere che il voto del consiglio regionale sarebbe stato «in base alla scelta degli elettori», ma la minoranza ha chiesto e ottenuto un più impegnativo «in conformità alla scelta degli elettori».
La minoranza dem con Vannino Chiti parla di «mediazione degna» anche se gli emendamenti all’articolo 2 del ddl Boschi restano in campo in attesa della decisione del presidente del Senato Grasso. Per Chiti le proposte di modifica, a firma di Anna Finocchiaro, «esprimono una ritrovata unità nel partito e consentono un impegno unitario sui temi delle riforme e dell’azione di governo». Tra gli irriducibili nemici della riforma, ci sono Walter Tocci e Corradino Mineo.
Luigi Zanda, capogruppo pd al Senato, commenta così l’ostruzionismo leghista: «Un esperto di lavori parlamentari mi diceva che se il Senato dovesse esaminare e votare gli 85 milioni di emendamenti di Calderoli, dovrebbe lavorare sino al 2018, compresi sabati e domeniche: è stato messo in atto un vero sabotaggio dei lavori parlamentari». Renzi, da Bruxelles spiega che con l’iniziativa di Calderoli si è «nel campo del ridicolo», mentre Grasso assicura: «Non permetterò che il Senato sia bloccato da iniziative irresponsabili». Su Calderoli c’è un fronte di dialogo, che prende in considerazioni alcune modifiche chieste dal senatore leghista, mentre il presidente del Senato prova anche con la moral suasion e lo convoca.
Intanto, nell’attesa di sapere se saranno ammessi tutti gli emendamenti sull’articolo 2 della riforma, i parlamentari renziani Andrea Marcucci e Franco Mirabelli hanno presentato «per sicurezza» un emendamento extrema ratio che abolisce il Senato. Se gli eventi dovessero precipitare, sarebbe questa «l’arma finale» per condurre in porto la riforma.
Restano critici Forza Italia, Sel e Movimento 5 Stelle, che parla di ignobile mercato delle «vacche». E Alessandro Di Battista con un tweet annuncia che il capogruppo M5S al Senato Gianluca Castaldi andrà in procura «a denunciare la compravendita di senatori».