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 2015  settembre 23 Mercoledì calendario

Citazioni dotte e frecciate gelide nel duello tra Grasso e Boschi. «Misurate le parole». «Cambiamo la Carta nel solco dei Padri costituenti»

Traduzione e sintesi poco istituzionali di quello che si sono detti ieri il presidente del Senato e il ministro delle Riforme in presentazione del volume Le costituzioni italiane. 1796-1848 edito da Textus. Piero Grasso: siccome non si sta riformando il regolamento di condominio ma la Carta costituzionale, cari amici miei del governo, vedete di non rifarvela su misura ma a beneficio di tutti, specialmente di chi vota, o quantomeno ne avrebbe il diritto, e già che ci siete moderate i termini e portate un po’ di rispetto a chi non la pensa come voi. Maria Elena Boschi: caro il mio presidente, non ci fare la solita lezione, conosciamo il testo e i valori che vi sono contenuti, e sono i nostri; infatti stiamo riformando la seconda parte della Costituzione, quella che i costituenti medesimi pensavano andasse periodicamente aggiornata e, già che ci siamo, si litiga su un punto soltanto e si sta pure trovando l’intesa.
Ora, per gli appassionati, i dettagli in forma più rigorosa. La coppia entra nella sala Zuccari di palazzo Giustiniani – il palazzo dietro al Senato e sede dei senatori a vita – in esibizione delle migliori intenzioni. Fianco a fianco e si sorridono e manca giusto che camminino a braccetto. Il perfetto gentiluomo di Sicilia mostra con un gesto gli sbalorditivi affreschi di Federico Zuccari, l’intera volta dipinta fra fine Cinquecento e inizio Seicento a rappresentare la vita di Salomone e le quattro virtù (eloquenza, industria, religione, vigilanza) e ci spiegano che delle antropomorfizzate virtù femminili è rimasta soltanto la Temperanza. Le si fa onore: le intemperanze rimangono fuori. Grasso si affida a un testo scritto di modo che la dissimulazione resti perfettamente calibrata. E infatti il presidente si sofferma sulla «rinnovata cultura civica e politica» e sulla crisi «economica e politica ma soprattutto etica e identitaria». Con l’abilità di cui i politici, anche di nuovo conio, vanno molto orgogliosi, Grasso incastona nei massimi sistemi quel che gli preme indirizzare ai rivali. Per esempio: «Le regole della democrazia qualificano la libertà di ciascuno di noi e vanno maneggiate con cura e cautela, misurando le parole e pensando alle future generazioni». Oppure: «Mi ha molto colpito ritrovare nel volume le parole di Nicola Fiorentino che nel rivolgersi ai giovani studiosi della Repubblica napoletana del 1799 si scaglia contro l’egoismo che egli chiama il terribile mostro divoratore delle Repubbliche: “Tutto lo studio vostro, tutta la vostra applicazione deve consistere in anteporre il vantaggio della Repubblica al vostro». E ancora: «Paradossalmente, anche una riforma della Costituzione può rivelarsi incostituzionale se viola quei valori immodificabili e supremi... argine agli abusi del potere e garanzia del patto costituente che affida sempre al popolo la prima e l’ultima parola». La Costituzione non sia strumento di «bassa politica», dice con l’aria di chi si stia riferendo all’universo mondo.
E la Boschi poi, con quel faccino, se non la si conoscesse la si direbbe calata fra barbogi accademici per ingentilire un po’ la scena. Eh, come no. Cita Meuccio Ruini, nientemeno che il presidente della commissione per la Costituzione il quale nel dicembre del 1947 espresse «la certezza che [la Carta] durerà a lungo, e forse non finirà mai, ma si verrà completando ed adattando alle esigenze dell’esperienza storica». È quello che si sta facendo, intende: si completa e si adatta: «Stiamo cercando di cambiare la seconda parte della Costituzione e lo stiamo facendo con tutta la consapevolezza che, forse, siamo l’ultimo anello di un percorso che è iniziato già in seno all’assemblea costituente». Valori salvi, spirito salvo, abbiamo persino «un mandato morale» per cui si è tutti invogliati a darci dentro sull’«ultimo punto su cui non c’è ancora accordo», cioè se il nuovo Senato debba essere elettivo o no. Un punto su cui l’estro dialettico già da oggi potrebbe lasciare posto ai randelli.