Il Sole 24 Ore, 22 settembre 2015
Entro il 2019 Apple costruirà l’auto elettrica. Il progetto, dal nome in codice Titan, ha già ricevuto l’autorizzazione a triplicare gli scienziati e dipendenti dedicati allo sviluppo, al momento circa 600. Dopo un anno di studi e analisi di fattibilità, il colosso degli iPhone ha deciso di rompere gli indugi e mettere la sua abilità nel software e nell’hardware, compreso lo sviluppo di batterie e di sensori, al servizio della creazione di una vettura «ecologica» tutta sua
Apple costruirà la sua auto elettrica e lo farà in fretta, entro quattro anni. Dopo un anno di studi e analisi di fattibilità, il colosso degli iPhone ha deciso di rompere gli indugi e mettere la sua abilità nel software e nell’hardware, compreso lo sviluppo di batterie e di sensori, al servizio della creazione di una vettura «ecologica» tutta sua. Con l’obiettivo di rivoluzionare un altro settore dell’economia Usa, oggi dominato dagli sforzi di vecchi marchi di innovare, da Nissan a General Motors, oppure da nuovi arrivati, l’attuale leader nei veicoli elettrici Tesla. Apple ha adesso fissato una data per il lancio del primo modello: il 2019, secondo le indiscrezioni raccolte dal Wall Street Journal. Ha definito il piano un «committed project», vale a dire un’iniziativa che impegnerà fino a fondo l’azienda, segno del passaggio dallo stato ipotetitico a quello della realizzazione. E il progetto, dal nome in codice Titan, ha già ricevuto l’autorizzazione a triplicare gli scienziati e dipendenti dedicati allo sviluppo, al momento circa 600.
Le prime indicazioni sul veicolo sono già emerse: iniziamente non sarà una vettura con pilota automatico, anche se l’obiettivo di lungo terrmine è questo e Apple ha già avviato l’assunzione di esperti in “driverless cars” come in tecnologie delle batterie e nel settore auto più tradizionale, oltre a trasferire a Titan dipendenti da altre divisioni. I preparativi per la nuova avventura del gruppo guidato dal Tim Cook hanno inoltre visto i dirigenti incontrarsi almeno due volte con delegazioni governative in California. Uno degli incontri è stato per discutere l’uso di una ex base navale, GoMentum Station, oggi dedicata a test di veicoli hi-tech.
Gli interrogativi senza risposta rimangono molti: non è chiaro se Apple abbia già identificato un partner manifatturiero, che possa svolgere il ruolo ricoperto dalla Hon Hai Precision Industry (Foxconn) per l’iPhone. Alcuni analisti ritengono inoltre la scadenza del 2019 rischiosa e troppo accelerata: dare vita a un nuovo veicolo, che dal prototipo arrivi a un modello in grado di passare i test prescritti, è una sfida di alto profilo per un gruppo che nel campo non ha esperienza diretta. Il 2019 potrebbe diventare così anzitutto una data per il varo delle caratteristiche principali della vettura, un’interpretazione già in passato da Apple di «ship date», data di spedizione. Ma qualunque ritardo fa sorgere un altro problema: entro qualche anno numerose case automobilistiche dovrebbero avere in strada sofisticati modelli di vetture elettriche.
La scommessa di Apple è però chiara: trovare un nuovo «motore» di crescita per l’azienda del futuro. Al momento le auto elettriche sono solo una percentuale infinitesima degli 85 milioni di veicoli venduti ogni anno nel mondo, 17 milioni dei quali negli Stati Uniti. Un’opportunità, cioè, che vuole cogliere, forte della sua esperienza nel trasformare settori che pure vantavano a loro volta protagonisti consolidati, dagli smartphone con l’iPhone alla finanza con Apple Pay.