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 2015  settembre 21 Lunedì calendario

Farfalle in via d’estinzione: in tutto il mondo insetticidi e urbanizzazione selvaggia stanno minacciando la sopravvivenza di numerose specie. In Italia sono ben sette quelle più a rischio, dalle Alpi alla Sardegna

La principessina Savoia Carignano, alla quale il poeta Luigi Sailer dedicò «La Vispa Teresa», avrebbe oggi difficoltà a sorprendere la «gentil farfalletta». Questo perché i meravigliosi «fiori volanti» sono in calo in tutto il mondo. Anche in Italia, come denuncia il Wwf nel Libro rosso delle farfalle italiane redatto da Guido e Carlo Prola, le farfalle sono in declino costante e irreversibile. Oltre a un’agricoltura sempre più intensiva e condizionata all’uso di insetticidi velenosi e di erbicidi che eliminano le specie vegetali, «nutrici» delle loro larve – e ai cambiamenti climatici che ne alterano i cicli vitali – è la scomparsa di tanti biotopi naturali anche piccoli e isolati che ne provoca la progressiva sparizione. Zone umide e torbiere, prati aridi e cespuglieti, praterie montane e siepi lasciano sempre il posto a colture industriali, urbanizzazioni selvagge, parcheggi e industrie, al ritmo insostenibile di 700 ettari al giorno.
Così, anche una specie montana come l’Apollo (Parnassius apollo), che Guido Gozzano definiva «simbolo dell’Alpi», è ormai divenuta rara soprattutto sugli Appennini. Oltre all’Apollo, le Alpi Marittime ospitano il rarissimo Alexanor (Papilio alexanor) – molto simile al più comune macaone – ridotto a pochissimi esemplari depredati dai collezionisti, mentre solo in Sardegna e in Corsica sopravvive il Macaone sardo (Papilio hospiton) minacciato dagli incendi e dalla distruzione della ferula di cui i bruchi si nutrono.
Arrivato da pochi anni dall’Africa e insediatosi episodicamente nei luoghi naturali ove vivono le velenose Asclepiadacee, alimento esclusivo delle sue larve, il Monarca africano (Danaus chrysippus) fa la sua comparsa assai raramente nell’Italia meridionale e insulare. Le aride distese prative ancora presenti nel centro-sud sono abitate dalla Bianconera italiana (Melanargia arge) in via di scomparsa per la riduzione dei pascoli cespugliati e assolati che costituiscono il suo habitat. Pur se diffusa in tutta Italia tranne la Sardegna, la diminuzione della velenosa Aristolochia, una pianta di cui bruchi si nutrono esclusivamente, sta causando il decremento della bella Cassandra (Zerynthia cassandra).
Infine, pur se non appartenente alle farfalle diurne, non si può non ricordare la rarissima Bramea del Vulture (Acanthobrahmaea europaea), grande falena endemica scoperta nel ’63, che vive in pochissimi esemplari in una riserva naturale della Basilicata, minacciata dal collezionismo.