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 2015  settembre 18 Venerdì calendario

Il governo Renzi tira le orecchie al sindaco Marino: «Non ce la fate a realizzare la metà delle opere programmate per il Giubileo? Arrangiatevi. Il governo ha già dato tutti gli strumenti necessari al comune di Roma. E altri non ne darà». Quindi, niente deroghe. La dura nota di De Vincenti dopo l’allarme dell’Anticorruzione sulle opere a rischio caos

Matteo Renzi è troppo impegnato a salvare le penne della riforma costituzionale per potersi occupare di Ignazio Marino. Così ha lasciato al suo braccio destro, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Claudio De Vincenti, il compito di dare una dolorosa tirata d’orecchie al sindaco di Roma. Il messaggio recapitato da palazzo Chigi al Campidoglio suona più o meno così:”Non ce la fate a realizzare la metà delle opere programmate per il Giubileo? Arrangiatevi. Il governo ha già dato tutti gli strumenti necessari al comune di Roma. E altri non ne darà”.
L’appello di Marino per nuove norme sul modello Expo, con una deroga al codice degli appalti in modo da poter realizzare anche le opere d’importo superiore al milione di euro senza dover celebrare bandi di gara europei, ha colto di sorpresa palazzo Chigi. Tant’è, che nelle stanze del governo ieri mattina si parlava di «stupore» e anche di «irritazione». «Quello del sindaco è un atteggiamento bizzarro», diceva una fonte accreditata, «ci sono decine di atti pubblici che testimoniano che tutte le misure varate il 27 agosto dal governo per il Giubileo, sono state concordate con il Campidoglio. Tant’è che quel giorno, in conferenza stampa, De Vincenti parlò di dimezzamento dei tempi ma non delle procedure. E sia Marino che il vicesindaco Causi garantirono di poter realizzare le opere. Ora, invece, si accorgono del contrario. Forse, lanciando l’appello al governo, cercano un alibi...». È seguito un invito a «rimboccarsi le maniche a condizioni date. Il Giubileo è un evento troppo importante per farne occasione di nuove polemiche».
LA NOTA DEL SOTTOSEGRETARIO
Ma tanto è stato lo stupore e l’irritazione per l’appello di Marino che a metà pomeriggio il sottosegretario De Vincenti ha messo nero su bianco una nota. Venti righe pesanti e dolorose: «Con il dimezzamento dei tempi per la realizzazione delle opere pubbliche previsto dalla delibera del Consiglio dei ministri del 27 agosto scorso – delibera concordata con il Campidoglio – il sindaco di Roma è perfettamente in grado di realizzare entro l’8 dicembre quei lavori di manutenzione e decoro urbano, nonché il potenziamento del trasporto pubblico, che sono coerenti con le caratteristiche dell’Anno Santo della Misericordia indicate dal Sommo Pontefice». E ancora: «Il governo ha messo a disposizione del Comune tutti gli strumenti necessari a gestire al meglio un Giubileo che, com’è chiaro fin dal momento della sua indizione, non è e non sarà un Giubileo delle grandi opere. Del resto, si tratta degli strumenti richiesti dal Campidoglio. Né di più, né di meno. Ora è necessario che tutte le Istituzioni coinvolte operino senza esitazioni e con senso di responsabilità per fare del Giubileo l’occasione perché Roma rialzi la testa e torni al rango che le compete come Capitale del nostro Paese».
IL GIUDIZIO PESANTE
Tra le righe, oltre al pesante giudizio sulle attuali condizioni della città con cui De Vincenti ha chiuso la nota, palazzo Chigi toglie ogni alibi al sindaco: «Marino è perfettamente in grado di realizzare le opere, il governo ha messo a disposizione del Comune tutti gli strumenti necessari». E si puntualizza che il Consiglio dei ministri il 27 agosto ha varato il provvedimento accogliendo le richieste del Campidoglio «né più né meno». «Insomma, ci è stato chiesto”x” e”y”. E noi al Comune abbiamo dato”x” e”y”», aggiungono a palazzo Chigi, «ora il sindaco non può svegliarsi e dire che ciò che aveva ottenuto su sua richiesta non basta più. Altre delibere e deroghe non sono in programma». Insomma: si arrangi.