il Giornale, 17 settembre 2015
Il ritorno del parassita intellettuale. Arrampicatore, citazionista, in cerca di prebende: ecco l’uomo perfetto per tutti i salotti. sta per tornare in libreria per Adelphi Lo scroccone, opera del 1892 di Jules Renard
Lo scrittore francese Jules Renard (1864-1910) è scolasticamente noto per il suo Pel di carota, del 1894. Ma la sua opera migliore, a detta dei critici e degli storici della letteratura, è L’ècornifleur (Il parassita), uscito poco prima, nel 1892, apparsa col titolo Lo scroccone da Adelphi nel 1974 e che ora sta per tornare in libreria (pagg. 223, euro 13; trad. Anna Devoto). Storia feroce e ironica di un intellettuale fallito, racconta del giovane Henri, tipico «scroccone letterario» il quale in cambio di pasti abbondanti e affettuose attenzioni, si piazza come ospite fisso a casa dei Vernet – irresistibili parvenu culturali – vantando amicizie altolocate, inventando citazioni, attentando persino alle grazie di Madame Blanche e della di lei nipote, la sedicenne e seducente Marguerite... Come scrisse Giovanni Macchia nel risvolto della prima edizione italiana: «Il parassita che nel 1892 Jules Renard elesse a protagonista di un suo romanzo... non ha nulla dei suoi antenati, o non gli resta dei suoi antenati che quel maledetto vizio di ogni tempo di sedere alla tavola degli altri e diventare “il convitato abituale”».
Cinico, viscido e spregiudicato, lo «scroccone» Henri di Jules Renard (autore troppo schiacciato sulla sua narrativa “per piccoli”, e invece grandissimo narratore: si leggano i brevi racconti tradotti quest’anno da Via del vento, L’uovo di gallina) è il prototipo dell’arrampicatore intellettuale: il migliore nel fare impressione, il peggiore nel farsi capire. Tanto inutile da diventare essenziale nei salotti buoni. Dalle terrazze agli studi tv.