La Stampa, 17 settembre 2015
La lunga corsa per le Olimpiadi del 2024. Una sfida vecchio stile: Europa contro Usa dove il nostro continente schiera ben quattro pretendenti, Parigi, Amburgo, Budapest e Roma da un lato, Los Angeles dall’altro. I bookmakers oggi dicono Parigi, in questa fase lo dicevano anche nella corsa al 2012, ha vinto Londra. Si vota nel settembre 2017 e la classifica cambierà spesso, sarà un confronto tattico
L’Italia credeva di giocarsi le Olimpiadi del 2024 con il mondo invece è una sfida vecchio stile: Europa contro Usa dove il nostro continente schiera ben quattro pretendenti, Parigi, Amburgo, Budapest e ovviamente Roma da un lato, Los Angeles dall’altro.
Dovevano esserci il primo vero tentativo dell’Africa, gli sponsor arabi sui Cinque Cerchi, varie proposte esotiche invece silenzio, fughe e deviazioni. Non si tratta solo di soldi, se tutto girasse intorno agli investimenti l’Europa dalla cinghia stretta non sarebbe così ben rappresentata. Qui si parla di regole diverse e sarà ora di cominciare a considerarle.
Si gioca a nascondino
Il Cio ha messo dei punti fermi proprio a partire dalla finanze che devono essere trasparenti, una volta presentato il fascicolo ogni variazione va motivata e resa pubblica. Per ora giocano tutti a nascondino. Possibile che si passi dalle follie di Sochi, più di 50 miliardi, ai 6 di media presentati nei budget di oggi? No, i costi lieviteranno, ma i comitati dovranno motivarli, trovare fondi privati per rimpinguare le casse, denunciare le spese, soprattutto al Cio che di suo mette un miliardo e mezzo e la faccia. Prima consegnavano le chiavi dell’edizione, ora sono garanti quindi vogliono sapere a chi si mescolano. E poi per la prima volta sono richiesti requisiti di base ai governi: devono essere inattaccabili sui diritti umani e non avere leggi che discriminano. Il che ha tolto dal giro molti tra quelli che avrebbero potuto e voluto spendere assai. Qualcuno ha fatto dietrofront spaventato dal dissenso interno ma tanti, vedi Baku, sono stati «consigliati» dal Cio «meglio riprovare un’altra volta». Il che dovrebbe farci sentire meglio, almeno in partenza: non siamo considerati reduci ma candidati affidabili.
Osservata speciale
La concorrenza è notevole. L’unica outsider, e in questo momento vera osservata speciale, è Budapest. Era l’opzione più a Est in una gara dai confini stretti ora è quella che imbarazza perché avvolgono le frontiere nel filo spinato e usano i gas lacrimogeni sui migranti. Istanbul era favorita ai Giochi del 2020 fino a che non ha sfollato Gezi Park con gli agenti antisommossa. Ha vinto Tokyo pure con un disastro nucleare in corso. Quindi non pensate che sia solo retorica. Per lo stesso motivo non è possibile escludere Amburgo solo perché non ha il fascino di Parigi o Roma. Sono appassionati, usano da sempre lo sport per promuovere l’uguaglianza. Sono un’opzione reale a meno che ovviamente la Germania decida di puntare sugli Europei di calcio.
L’America sarebbe stata la candidata ideale per l’alternanza geopolitica ma deve rincorrere dopo aver puntato su Boston che si è ritirata. Presentano la seconda scelta, significa che per riguadagnare terreno devono sperare in errori altrui.
I bookmakers oggi dicono Parigi, in questa fase lo dicevano anche nella corsa al 2012, ha vinto Londra. Si vota nel settembre 2017 e la classifica cambierà spesso, sarà un confronto tattico. Pure difficile da interpretare, il Cio sta cambiando: è iniziato il ricambio generazionale e le alleanze storiche vanno riviste. È una gara fresca con potenziale inedito ognuno può valutare se sia importante vincere o meno ma di certo è necessario non fare brutte figure.