La Stampa, 17 settembre 2015
«Mercoledì scadono i termini per presentare gli emendamenti in Aula. Arriverà una bella sorpresina. E che sorpresina... Gli emendamenti presentati in commissione erano un allenamento... Non sono in grado di contarli, giuro. Ma credo che arriveremo a sette zeri, una valanga...». Roberto Calderoli è pronto a dare battaglia per la riforma del Senato. «Il governo ha umiliato il Parlamento. Quanti senatori coglieranno l’occasione per rifarsi, votando in segreto sull’articolo uno? Sarà una bella sorpresa»
Senatore Roberto Calderoli, che fine hanno fatto i suoi 500 mila emendamenti?
«Ho fatto un gesto di grande apertura nei confronti della maggioranza. Avevo chiesto l’istituzione di un comitato ristretto e in cambio ho ritirato i miei emendamenti. Non l’hanno voluto? Bene, si aspettino di peggio».
I senatori M5S insinuano che il suo gesto sia una conseguenza del fatto che il Senato l’ha «salvata» sulla vicenda Kyenge.
«Capire la politica non è da tutti. Mi spiace per i senatori grillini. Ma è così difficile rendersi conto che la mia è stata una mossa politica?».
Il Pd aveva chiesto di rinviare la votazione: volevano tenerla sulla graticola?
«Non voglio parlare di quella vicenda. Punto. Sono due questioni totalmente slegate».
La maggioranza ha detto sì all’accusa di diffamazione, ma l’ha salvata da quella di istigazione all’odio razziale.
«Ho detto che di questa storia non parlo più. Basta. Ho già detto tutto in Senato».
Quindi nessun inciucio col Pd?
«Ma stiamo scherzando? Mercoledì scadono i termini per presentare gli emendamenti in Aula. Arriverà una bella sorpresina. E che sorpresina...».
Altri emendamenti?
«Ho preparato gli effetti speciali. Quelli presentati in commissione erano un allenamento...».
Quanti ne presenterà?
«Non sono in grado di contarli, giuro. Ma credo che arriveremo a sette zeri, una valanga...».
La senatrice Bisinella (compagna di Tosi, ex Lega) dice che i suoi emendamenti sono stati un assist al governo, che ha avuto così l’alibi per andare in Aula.
«Ma questi non capiscono proprio nulla di politica. Sono giovani, inesperti. E poi non sempre in buona fede. Perché mi risulta che Tosi...».
Ieri è stato ricevuto a Palazzo Chigi. Il sindaco di Verona è pronto ad andare con Renzi?
«Se no dove vuole che vada?».
La maggioranza riuscirà ad avere i numeri in Aula?
«Non credo. Hanno comprato qualche unità, come i tosiani, ma non basta. Quelli della minoranza Pd questa volta andranno fino in fondo. Magari ci sarà qualche defezione. Ma sono tosti».
Grasso ammetterà gli emendamenti?
«Non lo so, davvero. Non lo ha mai fatto trasparire, segno di grande professionalità. Nonostante abbiano detto di tutto su di lui... In commissione poi...».
L’altro giorno la presidente di commissione Finocchiaro ha dichiarato inammissibili gli emendamenti.
«Appunto, ma le pare? Una cosa assolutamente irrispettosa delle prerogative del presidente del Senato, tanto più che avevano già deciso di andare in Aula. Solo che seduta vicino alla Finocchiaro c’è sempre la guardia...».
La guardia?
«Il ministro Boschi: è sempre lì che la controlla. Le fa una pressione incredibile. Per esempio: la votazione del comitato ristretto è materia parlamentare. E invece la Boschi ha influenzato la sua decisione, facendo di no con la testa».
Come andrà a finire?
«Il governo ha umiliato il Parlamento. Quanti senatori coglieranno l’occasione per rifarsi, votando in segreto sull’articolo uno? Sarà una bella sorpresa».
A un certo punto si era addirittura parlato di fiducia sul testo.
«Ma vi pare possibile? Ritengo che sia folle soltanto averlo pensato. L’articolo 138 prevede una procedura aggravata per le riforme costituzionali: come si può pensare alla fiducia? Questo pensiero nasce dall’ignoranza e dall’arroganza».
Quindi aspettiamo mercoledì, quando il Senato sprofonderà sotto gli emendamenti di Calderoli?
«Ci sto lavorando. Però se qualcuno volesse farmi una chiamata, fare due chiacchiere... Io ci sono eh? Anche domenica».
Le sue richieste?
«Più competenze alle Regioni, più poteri al Senato e autonomia finanziaria per gli enti territoriali».
E l’elettività dei senatori?
«Ma chissenefrega dell’elettività dei senatori».