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 2015  settembre 17 Giovedì calendario

Ma che spiritosi i due conduttori radiofonici russi che hanno telefonato a Elton John facendo finta di essere Putin, hanno registrato la conversazione (tema: un chiarimento sulle leggi omofobe in Russia) e l’hanno mandata in onda, come il cecchino che espone il trofeo. Lecito sospettare che chi apprezza questo genere di piccoli soprusi non perda tempo, una volta consumato lo scherzetto, a farsi mezza domanda sulla ragione del contendere: se cioè, tanto per dirne una, davvero in Russia esista un problema di omofobia

Ma che ridere, ma che spiritosi i due conduttori radiofonici russi che hanno telefonato a Elton John facendo finta di essere Putin, hanno registrato la conversazione (tema: un chiarimento sulle leggi omofobe in Russia) e l’hanno mandata in onda, come il cecchino che espone il trofeo. La buona fede paga pegno, lo scherno a buon mercato trionfa, chissà quanto si sono sganasciati, gli ascoltatori, sentendo un anziano cantante gay che davvero ritiene di poter dire la sua a Vladimir il Virile; e alla fine lo ringrazia pure, perché oltre che credulone Elton John è addirittura educato, e a un capo di Stato sente il bisogno di rivolgersi con deferenza. Con conseguente aumento dello sghignazzo dell’audience. Triste come le barzellette da caserma, sleale come lo sgambetto al distratto, lo sputtanamento fraudolento della persona famosa da parte di non famosi che darebbero qualunque cosa pur di diventare famosi minaccia di diventare un format in piena regola. Lecito sospettare che chi apprezza questo genere di piccoli soprusi non perda tempo, una volta consumato lo scherzetto, a farsi mezza domanda sulla ragione del contendere: se cioè, tanto per dirne una, davvero in Russia esista un problema di omofobia. E se sia più rischioso dirlo alla radio, che quel problema esiste, oppure fare uno scherzo telefonico a Elton John.