Libero, 16 settembre 2015
L’Italia intercetta tre volte la Francia e cinque volte la Germania: per non parlare delle 3372 intercettazioni del Regno Unito a fronte delle 124.713 che facciamo noi. E il governo, per fare una legge sulle galline, si rivolge alle volpi, ovvero ai magistrati: complimenti vivissimi
Scusi, signor Guardasigilli Orlando, che ne direbbe di mettervi a lavorare e di varare una benedetta legge sulle intercettazioni? Intendo voi governo, voi politica, voi che ne avreste il diritto-dovere. Prima ci si affidò ai «saggi» di Napolitano: dissero che le intercettazioni andavano limitate, grazie tante. Poi Renzi si affidò ai direttori di quotidiani: dissero che bastava far rispettare le regole esistenti, grazie tante. Ora leggiamo che vorreste affidarvi direttamente ai magistrati e cooptare «noti procuratori» nella commissione che dovrebbe occuparsene: ma avete finito di girarci attorno? Tanto le nozze coi fichi secchi non le potete fare, non c’è scaltrezza piddina e post democristiana che tenga: una legge sulle intercettazioni che piaccia anche ai magistrati e ai giornalisti non-può-esistere, perché a loro il canaio va bene così. L’Italia intercetta tre volte la Francia e cinque volte la Germania: per non parlare delle 3372 intercettazioni del Regno Unito a fronte delle 124.713 che facciamo noi. E voi, per fare una legge sulle galline, vi rivolgeste alle volpi: complimenti vivissimi. Abituatevi già a cortei sul «bavaglio» e sulla cazzata del «diritto di informare», quella di cui si straparla ogni qualvolta una legge rischi di funzionare. Se poi non deve funzionare, vabbeh: a partorire topolini ci siete abituati. La legge sulla responsabilità civile, quella sulle ferie dei magistrati: finirà così, grandi parole, una legge-pasticcio e poi tutto come prima.