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 2015  settembre 16 Mercoledì calendario

Paolo Del Debbio ha una sua teoria, quella del “fisco compatibile”. Che, nelle sue parole, diventa “non togliermi i soldi che sono essenziali per campare”. Il suo richiamo è all’articolo 53 della Costituzione che, spiega, impone che “ognuno deve contribuire secondo le proprie capacità”. Nello Stato di oggi sarebbe “sacrosanta” quella che Del Debbio chiama “evasione di sopravvivenza”, cioè “causata dal non rispetto della capacità contributiva”. È l’apologia dell’evasione che ha permeato vent’anni di berlusconismo e che ora rinasce nella sua ultima incarnazione

Bisogna ascoltare quello che dice Paolo Del Debbio: il conduttore di Mediaset è sempre in bilico tra il rimanere un giornalista di successo e diventare l’erede di quel che resta del berlusconismo. Sabato era alla festa del Giornale, in Versilia, ed è stato intervistato come fosse un politico. Del Debbio ha una sua teoria, quella del “fisco compatibile”. Che, nelle sue parole, diventa “non togliermi i soldi che sono essenziali per campare”.
Il suo richiamo è all’articolo 53 della Costituzione che, spiega, impone che “ognuno deve contribuire secondo le proprie capacità”. Invece in Italia si stabilisce prima la spesa da finanziare (vero, è il criterio della “spesa storica”) poi si cercano le risorse, tra tasse e debito. “Ma così non basta mai”, dice Del Debbio, che sembra auspicare un modello tipo quello che piace ai Repubblicani negli Stati Uniti, tagli automatici alla spesa se mancano le risorse (mentre da noi salgono le tasse). Nello Stato di oggi, invece, è “sacrosanta” quella che Del Debbio chiama “evasione di sopravvivenza”, cioè “causata dal non rispetto della capacità contributiva”. È l’apologia dell’evasione che ha permeato vent’anni di berlusconismo e che ora rinasce nella sua ultima (?) incarnazione. Del Debbio è colto, ma anche furbo. L’articolo 53, di cui il conduttore omette una parte cruciale, recita: “Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività”. Imposte progressive significa che crescono in modo più che proporzionale rispetto alla ricchezza. È lo Stato a decidere quanto. Non il cittadino. Altrimenti prima il contribuente decide che stile di vita avere, poi quanto dare allo Stato. È un’ovvietà di quelle che piacciono a Del Debbio che se tutti pagassero le tasse, ne pagherebbero meno. Giustificare l’evasione significa solo scaricare tutto il peso del fisco su chi non può, o non vuole, evadere. Ma ha un effetto che a Del Debbio interessa: l’evasore può evadere senza sentirsi in colpa.