23 maggio 1861
Troppa gente aspetta per strada Vittorio Emanuele II
«La questione è tanto delicata». Così la Gazzetta del Popolo apre oggi la sua prima pagina. Scrive che «un Augusto personaggio che va frequentemente da Torino a Venaria e viceversa» è atteso ogni giorno lungo la strada da persone «più frequenti dei pilastrini» paracarro che delimitano la via. Lo avvicinano per «sottoporgli suppliche e petizioni» senza fare «le anticamere necessarie». L’«Augusto personaggio», «che è cara persona», non si sottrae all’assedio e fa buon viso. Ma il quotidiano torinese chiede alla Questura di vegliare e «impedire» il fenomeno, anche «per ragioni di sicurezza». La Gazzetta non dice chi sia tale personalità. È però evidente che si tratta di Re Vittorio Emanuele II. Il termine «Augusto» è eloquente. Il Re non vive a Torino, a Palazzo Reale. Preferisce abitare a Venaria, nelle 12 stanze del Castello della Mandria. Le condivide con Rosa Vercellana, detta la «Bèla Rosin», e i figli avuti da lei: Vittoria e Emanuele. Qui sono banditi tutti i «rompiballe», compreso Cavour, che Rosa detesta. E quelli per la strada? È probabile che proprio il sovrano abbia ispirato l’articolo della Gazzetta. È noto quanto sia umorale. Può accogliere con calore chi domani tratterà con fastidio, e viceversa. E le ragioni di sicurezza? Il quotidiano bavarese Wanderer rende noto che sono stati fermati a Monaco «tre studenti ginnasiali diretti a Torino per uccidere Vittorio Emanuele» (MAURIZIO LUPO, La Stampa 23/5/2011).