La Stampa, 15 settembre 2015
Elisir d’amore va in scena a Malpensa. Tra il tenore che serve al bar, il pilota latin lover, hostess dell’ElisAir e viaggiatori veri e finti. Pereira: «Un modo per avvicinare all’opera non solo chi vedrà lo spettacolo da casa ma anche chi si trova casualmente in aeroporto»
L’elisir d’amore formato flashmob va in prova alla Malpensa prima del gran giorno (giovedì dalle 19, ma la diretta su Rai 5 parte alle 18,45) e all’aeroporto c’è già da divertirsi.
Per esempio, chi lo spiega a quei due coreani che la fila ai check-in dove si sono imbucati non è reale, ma fa parte della messinscena, e dunque è inutile che chiedano alle comparse vestite da hostess di aiutarli a trovare il gate? Il ragazzino indiano che schiacciava un sonnellino agli imbarchi della Emirates, invece, è stato svegliato da un’Adina a piena voce, lo stupefacente soprano Eleonora Buratto.
E intanto cento metri più in là, dove è stata piazzata l’Orchestra della Scala diretta da Fabio Luisi, una coppia sudafricana dimostra di saperla lunga: «Ma certo che abbiamo capito, stanno provando Donizetti», spiega lei. «Non è meraviglioso aver fatto scalo proprio qui, proprio oggi?».
L’osmosi fra chi è lì per cantare e chi è lì per volare è completa: e se gli assistenti piloti con le divise blu cobalto dell’ElisAir dovrebbero mettere sull’avviso, chi ci dice se sono veri o finti i viaggiatori esotici, le suore, gli addetti alla sicurezza vestiti d’arancione seduti da Rossopomodoro?
Istruzioni per l’uso: tutt’intorno c’è il ristorante reale, e uno dei set è racchiuso nello spazio limitato di una decina di tavoli. Lì serve i clienti Vittorio Grigolo-Nemorino, cameriere di pizzeria credibilissimo visto il sex appeal mediterraneo, segretamente innamorato della gestrice del locale Adina.
Belcore-Mattia Oliveri, pilota latin lover, arriva scortato da un gruppo di hostess, come Leo DiCaprio nel film Prova a prendermi. E Dulcamara-Michele Pertusi è qui anche lui, naturalmente: ma la sua entrata in scena a effetto, in diretta da un aereo Anni 30, è stata già girata all’aeroporto di Bresso, con la partecipazione speciale del sovrintendente Alexander Pereira a dargli il benvenuto. «Una specie di cameo alla Hitchcock», si schermisce Pereira. Che è soddisfattissimo dell’operazione, «un modo per avvicinare all’opera non solo chi vedrà lo spettacolo da casa ma anche chi si trova casualmente a Malpensa».
Lo aveva sperimentato sette anni fa a Zurigo, con una Traviata alla stazione. E vuole rifarlo, ma certo: «Mi vengono in mente 15 o 20 opere che potrebbero adattarsi, per esempio una Tosca tra piazza del Duomo e Galleria, con lei che invece che da Castel Sant’Angelo si butta dal balcone della Scala».
In quella che fu una lounge le sarte stirano e i coristi vocalizzano, mentre il regista teatrale Grischa Asagaroff, che firmò anche la Traviata di Zurigo, dà gli ultimi tocchi: «Anche il pubblico fa parte dello spettacolo, sapesse quante foto scattano».
La responsabile della ripresa televisiva, Francesca Nesler, governa il caos calmo: «Abbiamo due steadycam e due technocrane, apparecchiature che di solito il teatro d’opera non usa. Speriamo di creare un precedente». E l’ultima battuta è di Grigolo: «Qualcuno, giovedì, potrebbe distrarsi e perdere il volo. È un rischio da correre. Ma l’opera è a suo agio anche nel mondo che non si ferma mai».