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 2015  settembre 15 Martedì calendario

Un ragazzino su cinque non sa l’italiano, uno su quattro non sa fare i conti, il 50 per cento non legge e l’altra metà non fa sport. Save the children fotografa la nostra istruzione è il risultato è catastrofico. La scuola italiana è bocciata

Ma che internet veloce,ma quale inglese...È già tanto se gli studenti italiani non scrivono squola con la “Q” e se non gli cade in testa il soffitto mentre cercano una connessione web. È bocciata, completamente bocciata, la scuola di Renzi, dal rapporto di Save the Children che, occupandosi dell’istruzione nel nostro Paese, delinea un quadro agghiacciante: un quindicenne su quattro non sa far di conto, uno su cinque è scarsissimo in italiano, il 50% non legge e l’altra metà non fa sport. Nord e Sud sono ancora divisi e, come se non bastasse, la maggioranza delle aule è messa così male da non avere nemmeno l’agibilità.

A snocciolare queste percentuali da brivido è il nuovo rapporto “Illuminiamo il Futuro 2030 – Obiettivi per liberare i bambini dalla Povertà Educativa”, diffuso dalla Onlus nell’ambito della Campagna, partita nel 2014, per sensibilizzare le istituzioni. Ma il lavoro a quanto pare sarà lungo. Secondo il rapporto, infatti, «quasi il 25% dei quindicenni è sotto la soglia minima di competenze in matematica e quasi 1 su 5 in lettura, percentuale che raggiunge rispettivamente il 36% e il 29% fra gli adolescenti che vivono in famiglie con un basso livello socio-economico e culturale». E se la vita in una famiglia poco acculturata non aiuta, molto spesso, a mancare è anche l’offerta che potrebbe compensare il gap educativo: «Solo il 14% dei bambini tra 0 e 2 anni riesce ad andare al nido, il 68% delle classi della scuola primaria non offre il tempo pieno e il 70% degli alunni di 15 anni frequenta scuole che non prevedono nessuna attività extracurricolare», se non a pagamento, si legge nel report.

E, ovviamente, non potevano mancare le più classiche discriminazioni: il Sud soffre più del Nord e già da bambine, le femmine, se la passano un po’ peggio. «Le ragazze e i ragazzi meridionali sono maggiormente svantaggiati – sottolinea l’associazione -la percentuale delle ragazze che sbaglia le tabelline al Sud è del 32%, esattamente il doppio delle coetanee del Nord (16%). E stessa situazione si riscontra per i maschi». Le differenze di genere, invece, si osservano nelle attività ricreative: «Il 51% delle minori tra i 6 e i 16 anni non ha fatto sport in modo continuativo contro il 40% dei maschi, mentre questi ultimi leggono meno, fanno poche attività culturali e navigano meno su Internet». Ad aggravare le statistiche, poi, ci sono la povertà «che influisce sui livelli di apprendimento»e che in Italia «interessa più di 1 minore su 10» e la massiccia presenza di genitori immigrati. Per Save the Children «tra i migranti di prima generazione il 40% circa non raggiunge i livelli minimi» di sapere scolastico, incidenza che cala per quelli di seconda generazione.

A giocare un ruolo fondamentale, infine, c’è la qualità delle scuole. E qui le cifre diventano impietose. «Il 60% degli alunni di 15 anni frequenta scuole non adeguate», certifica lo studio della Onlus che sottolinea come la percentuale delle aule non connesse al web supera ancora il 30% «in Basilicata, Piemonte, Veneto, Lazio, Friuli Venezia Giulia e Calabria». Inoltre, fatto più grave di ogni altro, «circa la metà delle scuole è priva di un certificato di agibilità, il 54% degli edifici non è in regola con l’anti-incendio e il 32% non rispetta le norme anti sismiche», e questo anche in aree a rischio. Non ovunque, però: se in Toscana, Campania, Liguria, Friuli Venezia Giulia e Veneto il 70% o più dei ragazzi frequenta scuole inadeguate, la percentuale cala a quasi un terzo nella Provincia Autonoma di Trento e Bolzano e in Valle d’Aosta.