10 maggio 1861
Nasce lo Stellone d’Italia
Oggi il governo ordina alla Gazzetta Ufficiale di pubblicare due decreti firmati da re Vittorio Emanuele II lo scorso 2 maggio. Sono quelli che fanno nascere la «lira italiana» e una nuova numerazione degli atti del governo. Questi saranno intitolati «Raccolta ufficiale delle Leggi e dei Decreti del Regno d’Italia». Ha nuovo nome anche la lira, pur conservando parte del conio piemontese. Le monete d’oro e d’argento continuano «a portare l’impronta e il contorno in uso» nello stato sabaudo. Hanno «sul diritto attorno alla effigie del Re la leggenda Vittorio Emanuele II e sotto l’indicazione dell’anno». Ma sul rovescio, attorno allo stemma, compare la leggenda «Regno d’Italia», al posto della scritta «Regno di Sardegna». Riformate anche le monete di bronzo. Conservano peso e diametro del 1859, ma intorno al profilo del sovrano hanno la scritta «Vittorio Emanuele II Re d’Italia». Sul verso compaiono un ramo di alloro e uno di quercia intrecciati, sovrastati da una «fiammeggiante stella d’Italia». Diverrà sinonimo di ricchezza. Farà nascere l’espressione «affidarsi allo stellone», per evocare prosperità. La nuova lira parte con un valore pari a 4 euro e 40 centesimi odierni. Deve però far fronte a un forte costo della vita. Un chilo di pasta nel 1861 valeva 30 centesimi di lira (1,31 euro). Oggi un chilo costa da 1 a 2,5 euro. Ma 150 anni fa un servo o un bracciante guadagnavano poco più di una lira al giorno (MAURIZIO LUPO, LA Stampa 10/5/2011).