18 maggio 1861
Bocciate le Regioni di Minghetti
Viene bocciato il progetto del ministro degli Interni, Marco Minghetti, d’istituire nel neonato Regno d’Italia le Regioni come strumenti di decentramento amministrativo, per garantire il rispetto delle diverse identità territoriali del Paese. Il Ministro ha avanzato la proposta consapevole delle difficoltà che si manifestano nel Mezzogiorno per fare applicare norme e leggi concepite nello Stato sabaudo con la severa e rigorosa mentalità subalpina. La proposta non supera però il vaglio preliminare della commissione parlamentare che respinge il progetto con 17 voti contrari e 6 favorevoli. Il parere negativo, che impedisce il rinvio alla Camera, è motivato dal fatto «che l’unificazione dell’Italia si è appena conclusa. E che l’istituzione delle Regioni come organismi di governo porterebbe vantaggi a chi ancora sogna la restaurazione degli antichi stati pre-unitari». La Commissione si dice «pertanto contraria a stabilire in modo definitivo e generale la circoscrizione delle Regioni anche come centro governativo sussidiario, affiancato a quello centrale». Esprime quindi «voto che in una legge stabile il prefetto sia sotto l’immediata dipendenza del Ministero». Con tutto ciò viene riconosciuta «l’urgenza di un ordinamento governativo temporaneo nelle provincie meridionali e anche di qualche provvedimento nelle altre provincie che faciliti l’andamento dell’amministrazione e il decentramento degli affari» (MAURIZIO LUPO, La Stampa 18/5/2011).