27 aprile 1861
Barbe vietate per i pensionati austriaci
Non riceveranno più la rata della pensione di vecchiaia gli ex impiegati dell’Asburgico Regio Governo che si fanno crescere la barba come quella di Garibaldi, o peggio, che esibiscono una «barba a collare» detta «alla Cavour». Informate da un telegramma di Vienna, ne danno notizia oggi le autorità di polizia di Verona. Lo stesso giorno arrivano a Padova l’ex Duca di Modena Francesco V e l’ex Granduca di Toscana Ferdinando IV. Passano in rivista le truppe del presidio austriaco, che schierano fra i ranghi anche militari dei due sovrani deposti. Assicurano loro che presto saranno chiamati a superare il Po per riconquistare «i troni usurpati da Re Vittorio Emanuele II». Sono ulteriori minacce di guerra, che si aggiungono a quelle che inducono la Francia a ritenere ancora inopportuno il ritiro delle proprie truppe da Roma. È quanto sostiene il quotidiano La Patrie. Spiega che Parigi rimane a presidio del Papa, non solo per garantire la sua sicurezza, ma anche «per contribuire, colla sua presenza, alla pace dell’Italia» al fine di consentirle di sviluppare serenamente la sua organizzazione e le nuove istituzioni unitarie. «La partenza dei francesi da Roma - dice il giornale - produrrebbe in breve un conflitto fra l’Austria e il Regno d’Italia. Ecco perché tutte le potenze, e l’Inghilterra per prima, veggono senza rammarico l’occupazione francese, che gl’interessi religiosi ugualmente reclamano» (MAURIZIO LUPO, La Stampa 27/4/2011).