6 maggio 1861
C’è un killer in viaggio per Caprera che vuole ammazzare Garibaldi
Un sicario vuole uccidere Garibaldi. Oggi il generale ha ricevuto una lettera dall’amico Nicolò Ghisotti Morosini. Lo avverte che un killer, che si firma la «Maschera di ferro», è in viaggio per Caprera per assassinarlo. Chi sia non si sa. Ma la notizia mobilita le autorità. Il sindaco Susini emette un’ordinanza, con la quale vieta la navigazione intorno all’isola. Richiede anche un presidio di bersaglieri, che sbarcano e circondano la casa del generale. Il quale è tutt’altro che intimorito. Quasi se la ride. Lui a questa fantomatica «Maschera di ferro» non ci crede. Anzi pensa sia un ridicolo pretesto del governo di Torino per limitare la sua libertà di movimento. Ma deve accettare la protezione offerta. Lo stato di allerta durerà mesi, senza mai intercettare alcun sicario. Finché Garibaldi reclamerà la revoca dei provvedimenti. Il 16 agosto scriverà al sindaco: «Sensibile alle dimostrazioni d’affetto che ella unitamente ad autorità e popolazione mi hanno dato in questi scorsi giorni, la pregherei di intervenire per il ritiro di quel distaccamento di Bersaglieri lasciato qua di stazione, perché io credo superflua ormai la sua presenza». Ha ragione? Non deve temere nemici? Garibaldi sa di averne tanti. Non solo Borboni e Austriaci. Lo detestano anche i rivoluzionari. Non gli perdonano di avere consegnato il Mezzogiorno ai Savoia. Ci sono anche i clericali integralisti. Lo tacciano di essere l’«Anticristo» (MAURIZIO LUPO, La Stampa 6/5/2011).