27 maggio 1861
Mene dei preti a Milano e a Genova, l’ex regina Maria Sofia dà a tutti appuntamento a Castellammare
A Milano monelli prendono a sassate alcuni preti, al grido di «Vergognatevi, cornacchie nere!», fra le risate dei passanti. Sempre a Milano i Carabinieri arrestano un «prete venuto da Verona, riconosciuto come tale padre Faini della Compagnia di Gesù, sorpreso a portare con sé 70 lettere austriacanti e compromettenti». Un altro sacerdote, sbarcato a Genova da Civitavecchia, è fermato «per essere latore di armi e denari di cui non sa dare spiegazioni». Lo si legge sui giornali di oggi. La stampa italiana si fa portavoce di una ventata anticlericale, che si è rinvigorita da quando le autorità pontificie hanno «proibito al clero di partecipare alla festa dell’unità italiana», prevista per il 2 giugno. «Non feste, non luminarie, siano le strade deserte, mute le abitazioni» pubblica il cattolico «Corriere delle Marche». È un clima di livore che in Vaticano viene rilanciato dai furibondi articoli del Giornale di Roma contro «l’odioso governo di Torino». «Non crediate che al Vaticano e al Quirinale le corti del Papa e di Francesco II di Napoli considerino la loro causa ormai disperata» avverte da Roma il corrispondente del giornale francese «Le Siècle». Dice che «la giovane regina napoletana è certa di rientrare nella propria capitale. Congeda gli ospiti con un “Arrivederci a Castellammare!”». Assicura che «il Papa si lascerà scorticare piuttosto che consentire alla pretesa riconciliazione con l’Italia» (MAURIZIO LUPO, La Stampa 27/5/2011).