19 maggio 1861
Manifestazione a Milano contro monsignor Caccia Dominioni
I milanesi oggi manifestano dinanzi al Duomo contro monsignor Carlo Caccia Dominioni. È il vicario dell’arcivescovo Paolo Angelo Ballerini, costretto ad allontanarsi da Milano perché tacciato di essere un «anti-italiano» gradito a Vienna. Nel 1848 guardò con favore ai moti liberali, ma dinanzi alle pretese italiane su Roma non intende mettere in discussione i diritti temporali del Papa Re. La pensa così anche il suo vicario. Pertanto ha scritto alla giunta municipale per respingere l’invito a celebrare il «Te Deum» in Duomo il successivo 2 giugno, giorno in cui avrà luogo la prima festa nazionale dell’Unità italiana. È stata inutile la supplica inoltratagli il 18 maggio dal clero parrocchiale della città, per convincerlo a revocare agli ecclesiastici il divieto a partecipare ai festeggiamenti. Monsignor Caccia è irremovibile. Ricorda a tutti che la «Sacra Penitenzieria» di Roma «nega che sia lecito al clero di celebrare per la festa italiana del 2 giugno». Si trova in sagrestia quando un gruppo di manifestanti cerca di raggiungerlo. Fuori «si forma un assembramento». Volano parole grosse. Tanto che la polizia deve intervenire per scortare a casa il prelato. Il giorno seguente si rifugerà a Monza, dopo aver affidato i propri poteri a monsignor Pontiggia. Ma questi rinuncerà al mandato e radunerà il capitolo metropolitano, che il 22 maggio, sollecitato da ininterrotte manifestazioni, annuncerà la disponibilità a celebrare il «Te Deum» (MAURIZIO LUPO, La Stampa 19/5/2011).