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 2015  settembre 09 Mercoledì calendario

Balotelli, (forse) qualcosa è cambiato. Il feeling con Mihajlovic, i colloqui frequenti, il buon umore. «Per essere un grande campione, devi cambiare testa» gli ripete il mister. E lui si presenta agli allenamenti per primo. e al derby potrebbe giocare almeno qualche minuto

Stavolta Balotelli si accontenta di un sogno quasi banale, dopo averne cullati parecchi più abbaglianti, a cominciare dal Mondiale brasiliano in cui entrò idolo per uscire colpevole: giocare almeno un frammento del derby di domenica e magari segnare un gol e magari decidere la partita. Una trama del genere avrebbe valore simbolico: la resurrezione calcistica del campione perduto. Ma dei sogni all’intransigente Mihajlovic non importa granché: per mantenersi credibile come taumaturgo del Milan, gli servono vittorie a occhi aperti, perché l’incrocio con l’Inter alla terza giornata rischia già di intaccare la sua immagine di correttore di rotta. Osservando a Milanello il comportamento del figliol prodigo, l’allenatore si sta in effetti convincendo che possa davvero diventare il giocatore in più, quello che in campo rompe l’equilibrio e porta punti preziosi. È con questo ruolo annunciato che Balotelli dovrebbe iniziare il derby dalla panchina, spettatore della coppia Luiz Adriano-Bacca: l’arma da sfoderare quando le energie e l’attenzione degli avversari calano.
Il progetto tecnico di sfruttare l’inventiva dell’ex centravanti della Nazionale, che Conte visionerà speranzoso, è chiarissimo. Ma l’operazione è anzitutto psicologica. E Mihajlovic, motivatore per definizione, sta investendo tempo per condurla in porto. I colloqui con Balotelli sono frequenti e al registro abituale dello scherzo si alterna il monito-ritornello: «Per essere un grande campione, devi cambiare testa». Il che, a detta dei testimoni, starebbe proprio accadendo. Tra gli indizi della conversione in atto spicca la propensione alla fatica e alla disciplina, non esattamente le due materie preferite dell’inquieto Mario. Che ieri si è presentato a Milanello con un’ora di anticipo, mentre i compagni, reduci dai due giorni di riposo, si erano appena messi per strada. A proposito di strada, malizia vuole che tanto fervore venga associato al fresco ritiro della patente per eccesso di velocità: è più facile comportarsi da fuoriclasse, se manca la fuoriserie.
Dati i precedenti, lo scetticismo è comprensibile. Quello dei tifosi – i piccoli azionisti continuano a chiedere trasparenza sull’affare Berlusconi-Bee ancora in attesa di definizone – sarà misurabile domani, quando a Casa Milan verrà presentata la squadra e l’applausometro segnerà il gradimento per giocatori e società, da due anni in esilio dalle coppe: il milanista con più successo internazionale è il dirigente Gandini, nominato vicepresidente dell’Eca (l’associazione europea dei club) e rappresentante nel comitato strategico dell’Uefa. Ieri, nelle qualificazioni mondiali, si è fatto notare Honda, con un gol e un assist di tacco contro l’Afghanistan, ma il favorito per fare il trequartista nel derby resta Bonaventura. Per il gol decisivo, invece, si candida l’ex utente compulsivo dei social network, convertito a un uso più parco di twitter e instagram. Lo certifica, tra le foto della figlia Pia e di una gita in montagna con gli amici, la dichiarata crisi di astinenza da allenamento: «Finalmente torno a fare ciò che amo».