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 2015  settembre 09 Mercoledì calendario

E i partiti, zitti zitti, si fanno una piccola sanatoria per ricevere il finanziamento pubblico. Per il 2013 e il 2014 riceveranno i soldi anche se non è stato effettuato il controllo dei loro bilanci. Lo prevede una «leggina» che sarà esaminata oggi dall’Aula della Camera

Per il 2013 e il 2014 i partiti riceveranno i soldi del finanziamento pubblico, anche se non è stato effettuato il controllo dei loro bilanci. Lo prevede una «leggina» che sarà esaminata oggi dall’Aula della Camera. Il testo modifica la legge sul finanziamento pubblico dei partiti, prevedendo una deroga all’obbligo di certificazione dei bilanci per il 2013 e il 2014.
LE VERIFICHE
È la nuova normativa sul finanziamento pubblico che ha istituito nel 2012 una Commissione per il controllo dei rendiconti dei partiti, incaricata di verificare le spese effettivamente sostenute. Tale controllo è necessario per poter ottenere il finanziamento pubblico (che il governo Letta, a fine 2013, ha deciso di tagliare progressivamente negli anni successivi). Quest’anno la Commissione doveva concludere i controlli entro giugno, ma poco prima della scadenza il presidente Luciano Calamaro ha comunicato ai presidenti di Camera e Senato di non essere stato in grado di svolgere la revisione per carenza di personale.
La Camera è corsa ai ripari iniziando l’esame di una legge, di cui il primo firmatario è Sergio Boccadutri (Pd), che assegna alla Commissione il personale qualificato necessario per compiere l’esame dei bilanci dei partiti: la task force è composta da cinque dipendenti della Corte dei Conti addetti alle attività di revisione contabile e di due dipendenti di altre amministrazioni con le stesse competenze. Ma il punto che interessava i partiti era quello del versamento del finanziamento relativo agli anni 2013 e 2014: al problema ha ovviato un emendamento in base al quale per quei due anni i partiti riceveranno comunque il finanziamento benché non sia stato effettuato il controllo delle spese. In commissione il testo è passato in un clima tesissimo, con duri attacchi del M5S alla maggioranza, mentre Forza Italia ha votato a favore, anche perché il testo prevede la cassa integrazione retroattiva al febbraio 2014 per gli ex dipendenti Pdl.
LA STORIA
Questa misura era già prevista dal decreto del Governo Letta del 28 dicembre 2013 che ha in parte tagliato i fondi pubblici ai partiti, ma la cassa integrazione era limitata ai partiti con determinati requisiti per beneficiare dei soldi statali e del 2 per mille. Tuttavia mentre FI, nata nel novembre del 2013 ha tali requisiti, il Pdl, che ormai ha cessato la propria attività, questi requisiti non li aveva. E così mentre i dipendenti in esubero di Fi hanno avuto la Cig, quelli del Pdl, non riassunti da FI, non hanno goduto di alcun ammortizzatore e sono senza stipendio da mesi.