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 2015  settembre 09 Mercoledì calendario

C’erano una volta due regine d’Inghilterra mitiche: una era Elisabetta I (sovrana dal 1558 al 1603), la rossa figlia di Enrico VIII e affondatrice dell’Invincibile Armada

C’erano una volta due regine d’Inghilterra mitiche: una era Elisabetta I (sovrana dal 1558 al 1603), la rossa figlia di Enrico VIII e affondatrice dell’Invincibile Armada. L’altra era la regina Vittoria, incoronata ad appena 18 anni (1837) e regnante fino al 1901. Scriveva ancora ieri sera wikipedia, a proposito di Vittoria: «Il suo regno, durato 63 anni, 7 mesi e 2 giorni (pari a 23.226 giorni), è il più lungo di tutta la storia britannica e il più lungo in assoluto di una regina». Il sito oggi dovrà cambiare questa frase, dato che le regine inglesi mitiche sono a questo punto tre: oggi Elisabetta II, incoronata nel 1953, batte il record di Vittoria. Siede in trono, infatti, da 63 anni, 7 mesi e 3 giorni. Non è mitica solo per questo, ma di sicuro è mitica anche per questo.

Vogliamo partire dal ricordo di quel giorno?
Elisabetta, già sposa di Filippo da sei anni, era in vacanza in Kenia. Per l’esattezza: i due sposi alloggiavano in cima a un albero di fico arredato apposta per consentire agli ospiti di guardare gli animali quando arrivò la notizia che il padre di Elisabetta, Giorgio VI (il re balbuziente del film con Colin Firth), era morto. Jim Corbett, un celebre cacciatore, scrisse: «Per la prima volta nella storia del mondo, una giovane ragazza è salita su un albero un giorno come principessa e ne è scesa il giorno dopo come regina. Che Dio la benedica». Era il 6 febbraio 1952. Un anno dopo - 2 giugno 1953 - le misero in testa la corona, nella cattedrale di Westminster. Elisabetta indossava un abito Hartnell, la corona era composta da 273 perle, 18 zaffiri, 11 smeraldi, 5 rubini e 2.868 diamanti, tra i quali il Cullinan II, la “Seconda Stella d’Africa” (la “Prima Stella” è incastonata nello scettro). Ai piedi, pantofole adorne di rubini commissionate a Roger Vivier.  

Sua Maestà è molto ricca, eh?
Patrimonio personale di 300 milioni di sterline, costo per ogni cittadino di 80 centesimi l’anno. Per mantenere la casa ci vogliono 40 milioni di sterline. Il suo staff è composto da 1.200 persone, nutrite, alloggiate, ma con stipendi contenuti (un valletto guadagna sulle 15 mila sterline l’anno, qualcosa come 20 mila euro). La regina ci sta attenta, come dicono sempre i tirchi. Una volta ha ordinato che un limone usato come decorazione di un piatto fosse riportato in cucina, perché sarebbe potuto ancora servire. Fa colazione con vecchie tazze spaiate, ordina che le giacche del marito vengano rattoppate, ricorda sempre ai valletti di spegnere la luce quando escono da una delle tante stanze dei suoi palazzi e ha accusato gli agenti della scorta –  stando alle intercettazioni dello scandalo News of the World – di averle rubato le noccioline. Va matta per le noccioline  

Il sesso?
Ma lei è pazzo. Nessuno sa nulla del sesso della regina. Beh, posso dirle che Gough Whitlam, premier australiano, nel 1973 le portò in regalo un enorme tappeto di pecora ed Elisabetta, entusiasta, ci si buttò subito dentro e se lo avvolse intorno al corpo con l’aiuto di Whitlam, il quale dopo disse: «La regina ha davvero delle belle gambe». Lei e Filippo dormono in camere separate, ma comunicanti. Una mattina il valletto James MacDonald, entrando nella camera di Filippo, trovò lui nudo e lei in camicia da notte di seta. Si sa con sicurezza che i due non hanno mai fatto il bagno insieme, perché è obbligatorio che la regina faccia la sua toilette sempre in compagnia della cameriera. A proposito, la regina e il principe consorte una volta parteciparono a un ballo in maschera, lui vestito da cameriere e lei da domestica. Del resto, dopo cena, Sua Maestà lava volentieri i piatti e la Thatcher, inorridita, le regalò a un certo punto un paio di guanti di gomma. A Elisabetta la Thatcher non piaceva, anche perché parlava col “noi” e a valanga, in modo da non farle aprire bocca. Spesso però la cosiddetta Lady di Ferro, per l’emozione di trovarsi a Buckingham Palace, sveniva (Elisabetta: «Oh, Dio! s’è rovesciata un’altra volta!»). La sovrana ha avuto a che fare con 12 primi ministri. I suoi preferiti: Churchill e Harold Wilson. A Churchill prestò un suo stallone perché gli ingravidasse le giumente. Wilson si tratteneva talmente a lungo durante i colloquio del martedì che qualche volta Elisabetta lo invitava ai drink che precedono la cena. «Did he stay for drinks?» è la domanda che serve a soppesare il gradimento a corte di un premier. Quelli rimasti per i drink sono pochissimi.  

Che diciamo di Diana, Camilla, gli scandali di Sarah, le scappatelle di Filippo?
Una volta Elisabetta era in America, a casa del presidente George Bush senior. Entra George Bush junior e dice: «Salve. Sono la pecora nera della famiglia. Qual è la pecora nera della famiglia sua?». Ed Elisabetta: «Non sono affari tuoi».  

Se morisse?
Tra sostituzione delle banconote per metterci la faccia di Carlo, il cambio dell’“Her Majesty” nell’“His Majesty”, i dodici giorni di lutto, la chiusura della Borsa, la rivoluzione nel palinsesto della Bbc con relativa perdita di pubblicità, la morte della regina costerebbe parecchi miliardi. Rob Price, il giornalista che ha fatto i conti, ha sentenziato: «Per l’economia sarebbe un disastro». Ma per quell’evento, a quanto pare, ci vorrà parecchio tempo. A Mandela, che si congratulava per la sua buona salute, Elisabetta rispose: «Sono figlia di mia madre». La regina madre - Elizabeth anche lei - campò fino a 101 anni.