La Stampa, 8 settembre 2015
Un esercito di stranieri nelle cucine italiane. Sempre più immigrati lavorano nei ristoranti e negli alberghi del nostro Paese. E per la prima volta la quota nazionale di neo-assunti va in minoranza
Parla sempre più straniero la ristorazione italiana. Tra tre mesi, nel settore-simbolo del «made in Italy», avverrà lo storico sorpasso. Nei servizi di ristorazione la «globalizzazione trova la più evidente realizzazione», documentano le elaborazioni dell’Ufficio Studi della Camera di Commercio di Monza e Brianza su dati Unioncamere-Ministero del Lavoro (sistema informativo Excelsior 2015).
Da anni una crescita inarrestabile
Le cifre del mercato del lavoro straniero in Italia crescono nei ristoranti e negli alberghi fino a raggiungere una soglia mai raggiunta, superando il numero di ingressi italiani. Il personale non qualificato immigrato assunto entro dicembre supererà la quota italiana, attestandosi al 51,2%, con 1240 immigrati assunti su un totale di 2420 addetti. Quindi, per la prima volta, tra fornelli e tavoli dei ristoranti, gli stranieri occuperanno la maggioranza dei posti di lavoro. Già ora un nuovo pasticcere, gelataio, aiuto cuoco su quattro è straniero. Un inarrestabile trend di crescita che riguarda tutte le attività della ristorazione. Le più recenti statistiche fotografano un boom di assunzioni non stagionali nei comparti «ristorazione, servizi turistici e accoglienza».
In cucina ai fornelli e in sala tra i tavoli
L’internazionalizzazione della ristorazione italiana riguarda cuochi in alberghi e ristoranti (17,1%), addetti alla preparazione, cottura e distribuzione di cibi (9,1%), camerieri (16,6%), spostamento merci (34,7%), pulizia (48,3%), mansioni commerciali (28,3%). Il boom di assunzioni di stranieri (51,7%) riguarda soprattutto «i mestieri di supporto in cucina a cuochi e camerieri, lavando le stoviglie, il pentolame, mantenendo pulite le attrezzature, predisponendo gli ingredienti da lavorare e verificandone la disponibilità in dispensa». Mansioni faticose, poco retribuite ma necessarie.
Mestieri sempre meno italiani
Tra i lavori per cui la quota dei neoassunti stranieri è superiore alla media ci sono anche i conciatori di pelle e pellicce (29,6% delle nuove assunzioni), pittori e decoratori (25%), falegnami e operai del legno (13,6%). Dai dati emerge che gli italiani scelgono sempre meno i mestieri (specialmente quelli legati alla ristorazione) che impegnano anche nei weekend e nelle festività. Così entro la fine del 2015 oltre 52mila posti di lavoro andranno a stranieri.